Il piano della Ue per la mobilità sostenibile

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Aumentare il numero di veicoli elettrici e alimentati con carburanti alternativi. È questo l’obiettivo dell’Unione Europea che, proprio per raggiungere questo scopo, ha varato nei giorni scorsi una strategia ad hoc. Un piano che mira a superare gli ostacoli che finora hanno frenato il percorso verso una mobilità sostenibile. E cioè il costo elevato dei veicoli, lo scarso livello di accettazione da parte dei consumatori e la mancanza di stazioni di ricarica e rifornimento.

Il pacchetto “Energia pulita per il trasporto” propone obiettivi vincolanti per gli Stati membri, che “prevedono un livello minimo di infrastrutture per carburanti puliti come energia elettrica, idrogeno e gas naturale, nonché standard comuni a livello Ue per le attrezzature necessarie”.

Concretamente, sul fronte dell’energia elettrica vengono fissati obiettivi commisurati alla situazione dei singoli membri: l’Italia dovrà passare dai 1.350 punti di ricarica attuali (con lo stesso tipo di connettore) ad almeno 125 mila entro il 2020, allo scopo di alimentare a partire dal 2015 circa 130 mila veicoli elettrici. In questo modo tutti gli Stati dell’Ue potranno mettersi in pari con i paesi leader di questo settore: Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito.

“Sono ottime misure che dobbiamo assolutamente riuscire ad applicare in Italia – commenta ad Energie Sensibili Ciro Acampora, presidente dell’Associazione nazionale veicoli elettrici ed a propulsione alternativa (Anvel) –. Noi, insieme ad altre associazioni, da anni cerchiamo di spingere lo Stato a installare nuove stazioni”.

Secondo il vicepresidente della Commissione con delega ai trasporti Siim Kallas, questo pacchetto rientra tra gli obiettivi più strategici dell’esecutivo comunitario: “Lo sviluppo di carburanti innovativi e alternativi è un modo efficace per rendere l’economia europea più efficiente sotto il profilo delle risorse, ridurre l’eccessiva dipendenza dal petrolio e sviluppare un settore dei trasporti pronto a rispondere alle esigenze del XXI secolo”. Entro il 2020 in Cina e Stati Uniti circoleranno complessivamente oltre sei milioni di veicoli elettrici. “Per l’Europa – ha aggiunto – si tratta di una grande opportunità per assicurarsi una posizione solida su un mercato globale in rapida crescita.”

Oltre alle opportunità economiche, il piano approntato dall’Ue porterebbe vantaggi anche dal punto di vista ambientale. “Non è un fattore secondario – sottolinea Acampora –. Ridurre l’inquinamento causato dai veicoli alimentati dai combustibili fossili significa diminuire anche gli effetti dannosi per la salute delle persone e, di conseguenza, ci sarebbe un abbattimento della spesa sanitaria”.

Per quanto riguarda la diffidenza dei consumatori su queste tecnologia, secondo l’Ue verrà superata una volta realizzata una rete efficiente di rifornimento in tutta l’Unione. Esempi virtuosi già esistono. Uno, ad esempio, arriva dalla Danimarca, dove esistono stazioni di rifornimento che invece di collegare l’auto a un connettore sostituiscono direttamente la batteria. Così facendo la ricarica dura solo pochi minuti. “Dobbiamo importare anche in Italia queste pratiche virtuose – dice Acampora –. Gli strumenti per applicarli già ci sarebbero. Il Decreto sviluppo, ad esempio, prevede fondi per la mobilità sostenibile, purtroppo però siamo ancora in attesa dei decreti attuativi”.

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