Un sistema portuale dell’Alto Adriatico unico e coordinato, senza gelosie

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Per l\’internazionalizzazione delle imprese regionali – secondo la presidente – \”non basta allacciare rapporti con i nuovi mercati\” ma è indispensabile \”un\’adeguata infrastrutturazione del territorio\”. Occorre quindi "un sistema portuale dell'Alto Adriatico unico e
coordinato, senza gelosie, adeguato alle sfide del tempo,
collegato ai grandi corridoi europei" e "senza prescindere dalle
relazioni con i Paesi che si affacciano sull'Adriatico né dai
rapporti paritari che dobbiamo intrattenere con le altre Regioni
italiane".

"Per diventare veramente la porta d'Europa verso il sud del
Mediterraneo e il sud est asiatico bisogna potenziare l'offerta:
cercheremo di farlo assieme agli sloveni, ai croati che a luglio
entreranno in Ue, agli austriaci, ai bavaresi e al centro Europa
che possono vedere nella nostra Regione un sistema portuale
alternativo a quello nordeuropeo". Il tutto risolvendo "i
problemi di collegamento fra le diverse modalità di trasporto"
con il "potenziamento ferroviario non è più rinviabile".

Un altro aspetto citato nel programma di governo regionale
riguarda il problema dell'accesso ai porti turistici e
industriali e dell'intera navigabilità della laguna di Grado e
Marano, "questioni non più rinviabili sia per il comparto della
pesca che per quello turistico".

Per Serracchiani occorre poi "migliorare e rafforzare
l'accessibilità viaria e digitale della nostra Regione favorendo
l'integrazione territoriale a supporto di uno sviluppo di
qualità", con la realizzazione di alcune nuove opere,
l'intervento sui punti critici della rete stradale e le
manutenzioni, al pari degli interventi calibrati per togliere il
traffico dai centri abitati.

Tuttavia appare "privo di significato insistere acriticamente su
alcune opere pensate e previste 20 o 30 anni fa, quali la
viabilità ad est del torrente Torre, il raccordo autostradale
Gemona-Cimpello-Sequals, la bretella di scorrimento veloce
Palmanova-Manzano, la variante di Dignano. Di conseguenza, va
"ricalibrato il programma di investimenti della società Friuli
Venezia Giulia Strade Spa, andando verso una governance unica per
il settore della viabilità, che si avrà con il superamento delle
Province".

Serracchiani ha quindi annunciato la revisione del Piano
Regionale Integrato dei Trasporti, Mobilità e Logistica
contestualmente a quelle del Piano di Governo del Territorio e
del Piano del Trasporto Pubblico Locale.

Il riferimento è alla "precarietà dei servizi ferroviari e alla
progressiva marginalità a cui è stato costretto il Friuli Venezia
Giulia", che "si traduce in una continua sofferenza per i
passeggeri e i pendolari". Al contrario vi è la volontà precisa
di "accrescere il numero dei passeggeri che utilizza la ferrovia
per gli spostamenti, verificando tutte le opzioni, inclusi gli
interessi manifestati da gestori italiani e stranieri e la
valorizzazione dei soggetti regionali. In ogni caso, vogliamo che
i collegamenti ferroviari corrispondano alle esigenze dell'utenza
e siano in grado di integrarsi funzionalmente con il trasporto
pubblico su gomma".

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