Fincantieri: crescita dimensionale e internazionalizzazione

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L\’Amministrazione regionale considera la presenza di una grande azienda come Fincantieri, con il suo ampio indotto nel settore navalmeccanico, una delle eccellenze del Friuli Venezia Giulia, una delle leve per promuovere un\’occupazione qualificata e nuove occasioni di sviluppo. È quanto emerso oggi in una tavola rotonda sulla cantieristica
organizzata a Grado nell'ambito dell'assemblea annuale di
Federmanager Friuli Venezia Giulia, l'associazione dei dirigenti
di aziende industriali che in regione conta oltre 1.200 iscritti.

Alla tavola rotonda ha partecipato l'assessore regionale alla
Programmazione, Francesco Peroni, con il presidente nazionale di
Federmanager Giorgio Ambrogioni, il presidente regionale Franco
Frezza, i dirigenti di Fincantieri Luigi Matarazzo e Andrea
Colombo, il direttore dell'Azienda speciale per il porto di
Monfalcone Sergio Signore e Daniele Damele, che ha coordinato il
dibattito.

La Fincantieri, come è emerso nel corso del confronto, per uscire
dalla crisi ha imboccato in questi ultimi anni la strada della
crescita dimensionale e dell'internazionalizzazione, creando
nuove opportunità per giovani altamente qualificati e per
dirigenti e quadri, che possono ampliare la loro esperienza
all'estero in unità produttive presenti ormai in tutto il mondo.

La Regione, ha ricordato l'assessore, è impegnata a rafforzare
attorno ai settori produttivi regionali – e quello della
navalmeccanica è sicuramente uno dei principali – una rete di
relazioni per consolidare i processi di alta formazione (a
Trieste c'è uno dei tre corsi di Ingegneria navale in Italia) e
di innovazione.

Ne è un esempio Ditenave, il distretto scientifico-tecnologico
della cantieristica, fortemente voluto dalla Regione e del quale
fanno parte non solo le principali imprese del settore ma anche
le Università e i centri di ricerca.

Adesso occorre, secondo l'Amministrazione regionale, compiere un
ulteriore salto di qualità in questa direzione, per mettere in
comune le eccellenze e fare massa critica nei processi di
innovazione. Occorre insomma, è stato sottolineato nel corso
della tavola rotonda, una vera e propria "innovazione
organizzativa", che è fra l'altro quanto chiede l'Unione europea
per accedere ai programmi di finanziamento comunitari.

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