Manovra regionale 2015: un bilancio di guerra

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“La manovra regionale 2015 è un bilancio di guerra. Ci troviamo di fronte ad un taglio inusitato di risorse alle Regioni, 4 miliardi complessivamente, 230 milioni per le Marche. La maggior parte delle Regioni italiane non sarà in grado di costruire il proprio bilancio e, laddove ci riusciranno, dovranno fare ricorso all’inasprimento della pressione fiscale di propria competenza, aumentando al massimo le tasse. Non sarà così per le Marche, che lasceranno inalterata la propria fiscalità e il 55% dei cittadini meno abbienti continueranno a non pagare neanche un euro di addizionale Irpef”. Così il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, intervenendo oggi in Consiglio regionale nel dibattito sul bilancio di previsione 2015. “Il colpo inferto alle Regioni in questi ultimi anni – ha detto – è gravissimo. Tra il 2009 e il 2013, mentre il taglio delle risorse per le Province è stato del 27%, per i Comuni del 14% e per le amministrazioni centrali dello Stato di appena il 12%, le Regioni hanno subito una riduzione dei trasferimenti del 38%. Come altro definire questa situazione, se non un progetto di ricentralizzazione delle competenze, un disegno fermamente orientato alla volontà dello Stato di recuperare funzioni e poteri?”. Spacca ha ricordato il caso delle politiche attive del lavoro che il Governo riporta nelle proprie competenze o dell’internazionalizzazione, delle politiche energetiche, del turismo e di altre materie.
“Quando a suo tempo la Regione Marche si era detta disponibile ad un confronto con il Governo sulla Legge di stabilità – ha aggiunto Spacca – lo aveva fatto di fronte all’apertura del presidente del Consiglio all’affermazione del principio di responsabilità e di strumenti di merito ed equità, come i costi standard. Nel volgere di poche settimane, al contrario, la virtuosità non solo non è stata presa a parametro per premiare le Regioni più virtuose, ma ha rischiato di divenire elemento di penalizzazione”. Spacca ha portato ad esempio la sanità. “Il nostro sistema – ha detto – è uno dei migliori in Italia. Le premialità ottenute ci consentono di compensare parzialmente i tagli, senza abbassare i livelli essenziali di assistenza, dove le Marche ormai sono immediatamente a ridosso di Emilia e Toscana”.
Quanto al bilancio, Spacca ha ricordato che la sua costruzione è stata resa ancora più difficile dal trasferimento di competenze e personale delle Province alle Regioni, senza che lo Stato predisponesse le risorse necessarie allo svolgimento di tali funzioni. “Di fronte ad uno scenario di questo tipo – ha detto – il governo regionale non poteva che procedere come ha sempre fatto, con responsabilità, prudenza e concretezza, ricercando le soluzioni migliori per la comunità marchigiana. Il bilancio 2015 è stato costruito nel massimo rispetto possibile degli enti locali, ai quali in tre anni la Regione ha trasferito 290 milioni di euro di capacità di spesa affinché potessero conservare la propria operatività. La manovra, dunque, fa riferimento esclusivamente ai fondi europei, che ci consentiranno di utilizzare sul bilancio 2015, 314 milioni di euro. Si riesce in questo modo a mantenere invariate, e anzi ad aumentare leggermente, le risorse disponibili per la nostra comunità. Più di così – ha aggiunto – non si potrebbe fare. Ora la battaglia si sposta nuovamente nella Conferenza dei presidenti dove mi auguro di trovare la stessa nostra determinazione contro le mancanze della Legge di stabilità. Occorre coerenza tra quanto si dice a parole e quanto si fa. Questo vale per ogni livello di governo”.
Infine un appello ai consiglieri regionali. “La disponibilità di 57mila euro emersa nel bilancio sia allocata non in lillipuziani interessi di campanile, ma in un’unica posta relativa ad un’azione di governo efficace”. Spacca ha inoltre risposto al consigliere Bucciarelli sulla situazione Indesit. “In Consiglio – ha detto – sono depositate interrogazioni su questo argomento. E’ quella la sede più adatta per rispondere sulla materia. Basta che la Conferenza dei gruppi le calendarizzi”. E su Aerdorica: “L’abbiamo presa in carico, acquisendo oltre l’80% delle quote, nel momento in cui tutti gli altri soci l’hanno abbandonata. E’ da quel momento che il governo regionale risponde pienamente della sua gestione. Stiamo facendo un lavoro fondamentale sull’Aeroporto delle Marche, per offrire alla comunità marchigiana un’infrastruttura di servizi, soprattutto per il sistema produttivo, che la interconnetta con il resto del mondo”.

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