L’assessore alle Infrastrutture, Paola Giorgi, ha proposto alla Giunta regionale di affiggere una targa presso l’Aeroporto delle Marche Raffaello Sanzio assegnandone il compito alla Società Aerdorica, per ricordare Aldo Davanzali e per ringraziare la famiglia per la battaglia civile condotta. “La vicenda della famiglia Davanzali – sottolinea Giorgi – è triste perché narra di un atto di ingiustizia feroce subita, aggravata dal contesto oscuro, per il nostro Paese, in cui è maturata, ma allo stesso tempo ci parla della lotta di una famiglia alla ricerca di una verità oggi sancita”. La Corte di Cassazione ha stabilito che dietro la strage di Ustica del 27 giugno 1980 ci fu un depistaggio e che a far cadere il DC9 dell’Itavia fu effettivamente un missile. La Suprema Corte ha accolto quindi il ricorso delle figlie dell’armatore Aldo Davanzali, Luisa e Tiziana, che ora dovranno avviare un procedimento civile per essere risarcite. Aldo Davanzali, nato a Sirolo nel 1923 e morto a Loreto nel maggio del 2005, imprenditore marchigiano, Cavaliere del lavoro, nell’aprile 1965 acquisì la quota di maggioranza della compagnia aerea Itavia di cui divenne Presidente e Amministratore delegato. La sera di venerdì 27 giugno 1980, un aereo di linea Douglas DC-9 della compagnia aerea Itavia, decollato dall'Aeroporto di Bologna e diretto all'Aeroporto di Palermo, si squarciò in volo all'improvviso e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole tirreniche di Ustica e Ponza. Nell'evento persero la vita tutti gli 81 occupanti dell'aereo. Le indagini per stabilire le cause della tragedia, vennero avviate immediatamente sia dalla magistratura sia dal Ministero dei Trasporti. Aprirono un procedimento le procure di Palermo, Roma e Bologna, mentre il Ministro dei trasporti nominò una commissione d'inchiesta tecnico-formale, che però non concluse mai i suoi compiti. La tesi prevalente accreditata fu che l'aereo era precipitato per un cedimento strutturale dovuto alla cattiva manutenzione. Il 10 dicembre 1980 Itavia interruppe l'attività, mentre ai dipendenti non veniva più corrisposto lo stipendio. Il Ministero dei Trasporti il 12 dicembre 1980 revocò all'Itavia le concessioni per l'esercizio dell'attività. A seguito di tale decisione Aldo Davanzali e la sua famiglia spesero tutte le loro ingenti risorse per difendersi dalle accuse di scarsa manutenzione dei suoi velivoli.
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