Rafforzare la dimensione adriatica

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\”Se nel passato gli investimenti europei si sono focalizzati lungo la direttrice Nord-Sud, ora proprio in virtù della strategia Eusair possiamo iniziare a definire priorità e progetti di rafforzamento delle connessioni terrestri e marittime tra versante orientale e occidentale della Regione adriatico-ionica\”, ha sottolineato oggi a Trieste la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani aprendo ufficialmente il primo incontro del gruppo di lavoro sul cosiddetto \”pilastro\” 2 della macrostrategia Ue per l\’area adriatico-ionica (Eusair). Il "pilastro 2", dedicato ai temi del Trasporto e dell'Energia
("Connecting Europe"), vede quali capofila Serbia e Italia e, per
il nostro Paese, è affidato in particolare all'esperienza di
Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Alla strategia europea
adriatico-ionica aderiscono 8 Nazioni, di cui quattro extra Ue:
oltre a Italia e Serbia, anche Slovenia, Croazia,
Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania e Grecia.

"Connecting Europe", per migliorare la connessione sia
all'interno della stessa regione adriatico-ionica che con il
resto dell'Europa, "non significa solo reti infrastrutturali ma
anche relazioni di competenze, conoscenze e buone pratiche che
intendiamo mettere a fattor comune per una crescita sostenibile
dell'intera macroregione", ha sottolineato nell'occasione
Serracchiani, affiancata dai quattro coordinatori (per l'Italia
Antonio Cancian e Sergio Garribba; per la Serbia Tatjana
Jovanovic e Mjriana Filipovic) e dal rappresentante Ue
Giannantonio Ballette (della direzione per le Politiche regionali
di Bruxelles).

In quest'area, "i servizi e le infrastrutture di trasporto sono
ancora deficitarie", ha aggiunto la presidente del Friuli Venezia
Giulia: "laddove la rete stradale è, in termini generali,
piuttosto estesa in tutti gli Stati e dotata di standard
accettabili, la dimensione ferroviaria versa invece in una
situazione critica, con servizi insufficienti se non inesistenti,
Occorre costruire le tratte mancanti, specialmente a livello
transfrontaliero, per facilitare i collegamenti tra città e
Paesi".

Ma anche i porti e i collegamenti marittimi sono caratterizzati
da "frammentazione, regolamentazione diversificata e connessioni
intermodali non adeguate", ha ancora osservato Serracchiani.

"Ritengo che le infrastrutture di base esistano e nel breve
termine la priorità sia renderle fruibili, riabilitarle,
razionalizzarle e modernizzarle in una logica di collegamenti
transnazionali europei. Nel medio e lungo termine potranno poi
essere messi in cantiere e realizzati progetti più ambiziosi, che
però richiedono l'impegno congiunto dei nostri Paesi e dei
territori".

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