Una Domenica Andando a Polenta

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Il Mays Ottofile di Roccacontrada cresce e cresce bene ad Arcevia. Sta riscuotendo sempre più successo, infatti, la manifestazione “Una Domenica Andando a Polenta” nata a febbraio 2006 per promuovere il primo raccolto del “Mays Ottofile di Roccacontrada, ” nell’ambito di un complesso progetto per la valorizzazione della Terra di Arcevia. Nel 2010 le domeniche divennero quattro, poi cinque per il decennale 2015 confermate anche per questa undicesima edizione 2016. Dal 7 febbraio al 6 marzo undici ristoranti del territorio cucineranno menù a base di polenta Mays Ottofile accompagnati da altri prestigiosi prodotti tipici delle Marche : dal formaggio di fossa al tartufo, dalla sapa alla mela rosa. L’iniziativa è promossa e organizzata dall’Accademia Misena di Roccacontrada in collaborazione con il Comune di Arcevia è stata presentata oggi nella sede della Regione. “Ritengo questa manifestazione particolarmente importante – ha detto la vicepresidente e assessore all’Agricoltura Anna Casini – per le modalità con cui promuove una antica varietà di mays ottofile, facendone un traino promozionale enogastronomico e turistico per l’intero territorio. Il programma di eventi con incontri, approfondimenti, spettacoli e menù tipici nei ristoranti del posto che abbinano la polenta ad altri ingredienti marchigiani e suggeriscono nuovi usi del mays, fa di questa iniziativa, non una semplice vetrina di eccellenze come tante, ma un vero e proprio racconto della storia, della lavoro, della cura e delle tradizioni che contribuiscono alla qualità dell’alimentazione marchigiana. Un ruolo importante in questo contesto è riservato agli Agricoltori custodi che perpetuano la coltivazione dei nostri prodotti tipici”. A loro, nell’ambito della manifestazione, è dedicato un convegno promosso da Assam, Cia e Coldiretti che si terrà domenica 28 febbraio al Complesso Monumentale di San Francesco.
Quest’anno inoltre il Presidio Slow Food che considera questa varietà tra quelle di punta nella rete del mais italiano, ha aderito convintamente alla manifestazione. Il presidente fondatore di Slow Food, Carlo Petrini ha inviato un suo messaggio in conferenza stampa: “ Quando si parla di polenta le prime due cose che mi vengono in mente sono la quotidianità e la campagna. Il sostentamento di ogni giorno dei contadini nel duro lavoro nei campi. Ma sbaglia chi parla di polenta con superficialità, senza darle troppo valore. Il Mays Ottofile di Roccacontrada è uno degli esempi di valorizzazione di un’economia locale che, grazie alla biodiversità, rivaluta le proprie tradizioni e cerca nel profondo della propria storia la soluzione per una nuova energia.”
Alfiero Verdini , anima e cuore della manifestazione e dei progetti legati al Mays Ottofile, presidente dell’Accademia, ha raccontato la storia e la riscoperta di questa antica varietà: “Il “Mays Ottofile di Roccacontrada” dal numero delle spighe binate delle cariossidi e dall’antico nome di Arcevia non più coltivato dalla metà del Novecento, si chiama in realtà zea mays indurata, vitreo. E’ stato recuperato, selezionato con l’Università Politecnica delle Marche d’intesa con ASSAM, seminato nel 2005 viene poi macinato a pietra nel molino a palmenti a Magnadorsa sul fiume Misa. Ma la ‘povera polenta’ anche se prodotta da un mays dal profumo intenso non può essere lasciata sola e così gli esperti ristoratori di “Una Domenica…” l’hanno impreziosita con le stupefacenti specialità di Talamello, Acqualagna, Morro d’Alba, San Ginesio, Gualdo, Visso, Offida, Unioni Montane dei Monti Azzurri e dei Sibillini, preparata nel caldaio di rame di Force.”
“Una Domenica Andando a Polenta” non è solo ristorazione, si terranno infatti una serie di iniziative, ogni domenica, a corredo della manifestazione: convegni, spettacoli e concerti a Teatro, visite guidate. Da segnalare tra l’altro Domenica 14 febbraio nel Complesso Monumentale di San Francesco di Arcevia il convegno nazionale “ I grani d’oro delle regioni” a cura della Rete Slow Food “Uomini di Mais” con promotori e produttori di mais da polenta di dieci regioni, per definire i criteri con i quali inserire i mais in una rete nazionale Slow Food.
“Il brand della coltura e della cultura del mays – ha detto il sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi – , nell’ottica della riscoperta e valorizzazione del territorio e del turismo enogastronomico di qualità è uscito dai confini regionali per essere raccontato e mostrato in Giappone, a Milano all’Artigiano in Fiera, alla B.I.T. ed al Corriere della Sera nella Sala Montanelli , all’Expo, a Torino al Salone del Gusto, a Cavour, a Gandino, a Storo, a Roma alla Biblioteca Angelica ed all’Accademia di San Luca, a Foligno”.

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