Forse una nuova foiba a Manzano

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Sulla possibile esistenza di una foiba nella zona di Manzano, l\’assessore Gianni Torrenti ha incontrato ieri un funzionario della Farnesina, il quale ha assicurato che il ministero è perfettamente informato e segue con attenzione le vicenda. Inoltre il ministero ritiene possano essere finanziate ricerche sui fatti di quel periodo storico\”. Lo ha reso noto l\’assessore regionale Sara Vito, rispondendo ad una interrogazione sull\’argomento posta dal consigliere regionale Mauro Travanut e indirizzata all\’assessore Torrenti, oggi non presente in aula in quanto impegnato a Roma. L'assessore Vito ha spiegato che "sulla presenza di una foiba
nella zona di Manzano, la Lega nazionale di Gorizia ha visionato
i documenti relativi, in possesso della Farnesina, materiale che
il ministero degli Affari esteri ha in copia conforme e
provenienti dai ministeri degli Interni e della Difesa e già per
altro disponibili fin dagli anni '70. Quindi il sodalizio
giuliano ha ritenuto di chiedere alla Regione, durante un
incontro con l'assessore Torrenti, un intervento affinchè siano
affidati gli approfondimenti a storici qualificati. Torrenti, pur
illustrando al presidente della Lega nazionale che spetta gli
storici compiere le ricerche e conseguentemente – qualora si
ritenesse che la qualità del materiale visionato sia di reale
interesse – sarebbe opportuno il coinvolgimento dell'Università,
ha ritenuto di informarsi sulla vicenda per quanto di propria
responsabilità".

Nella risposta data al consigliere Travanut, è stato anche
precisato che "martedì 15 marzo l'assessore Torrenti ha
incontrato un alto funzionario della Farnesina, constatando che
il ministero degli Esteri è perfettamente informato, segue con
attenzione la vicenda e ritiene che possano essere finanziate
all'interno delle leggi nazionali vigenti, progetti di ricerca
sui fatti di quel periodo storico. Inoltre il ministero può
mettere a disposizione dei ricercatori ulteriore materiale finora
non accessibile e mai catalogato o esaminato. Per quanto riguarda
poi la supposta esistenza di fosse comuni, ipotizzata in uno dei
documenti visionati che rimanda ad altro documento al momento non
ritrovato e, stando al ministero, probabilmente presente in altri
archivi, la Procura della Repubblica di Udine ha aperto una sua
indagine, di cui si attendono gli esiti".

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