«Il pronunciamento negativo della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in Lussemburgo, circa la proroga delle concessioni demaniali marittime al 2020, rappresenta un colpo durissimo per l’intero sistema turistico nazionale. Tocca adesso al Governo Renzi trovare gli strumenti che consentano alle 30mila imprese balneari italiane di proseguire la propria attività, garantendo loro gli investimenti realizzati, i livelli di occupazione e il lavoro di una vita». Lo afferma il responsabile nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei, secondo il quale la scelta della Corte – relativa a una decisione del Tar della Lombardia di prorogare al 2020 una concessione nel comprensorio bresciano dei laghi di Garda e di Idro – «non ha voluto tener conto degli importanti rilievi mossi in giudizio dai nostri legali, che avevano rappresentato le ragioni delle imprese del turismo balneare italiano, eccependo in particolare la non limitatezza della “risorsa spiaggia” e la non applicabilità, al caso specifico, della “direttiva servizi” dell’Ue, meglio conosciuta come “direttiva Bolkestein». «A detta dei balneatori Cna, che annunciano lo stato di mobilitazione della categoria, il Governo deve ora predisporre attraverso lo strumento tipico dell’urgenza, ovvero il decreto-legge, le misure che permettano ai nostri imprenditori di poter esercitare, in piena legittimità, la propria attività nelle attuali concessioni». «Alla politica – conclude Tomei – chiediamo infine di aprire davvero un negoziato con gli organismi comunitari, sin qui troppo timido e inefficace rispetto ai diktat di Bruxelles, che permetta a migliaia di imprese di contare su un lungo periodo di certezza nell’esercizio della propria attività. Un obiettivo che l’Italia potrà raggiungere solo facendo fronte comune con altri Paesi dal turismo costiero simile al nostro, come Spagna, Portogallo, Grecia, Crozia, interessati quanto noi alla revisione della “direttiva Bolkestein” in materia di servizi e favorevoli all’attività delle attuali imprese turistiche della balneazione».
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