Autorità portuali, la riforma è finalmente operativa

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Entra in vigore da oggi la nuova legge sulla portualità italiana, che tra l’altro riduce a quindici il numero delle autorità portuali, che diventano Autorità uniche di sistema portuale. Alla testa delle nuove autorità uniche di sistema portuale ci saranno presidenti con poteri molto maggiori rispetto ai predecessori, affiancati da comitati di gestione con funzioni consultive, in cui saranno rappresentate le città già sedi di autorità portuali. Ma c’è anche la spinosa questione delle richieste di moratoria giunte da alcune regioni (Sicilia, Campania e Liguria), per rinviare per un tempo che non può comunque superare i trentasei mesi le fusioni previste tra Napoli e Salerno, Messina e Gioia Tauro, Palermo Trapani, Augusta e Catania, e Genova e Savona, La Spezia e Marina di Carrara.
In tutto sono sei su quindici nuove authority di sistema previste le richieste di moratoria.
Al momento sembrano accreditate di attenzione da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti solo le proposte di moratoria per Messina – Gioia Tauro, e Napoli – Salerno, mentre per quelle avanzate da Toti si parla già di difetto di motivazioni. Per inciso, le authority che dovessero ottenere la moratoria, non avranno diritto a sedere nell’organo nazionale di consultazione per le strategie sulla portualità italiana, né ad accedere a nuovi finanziamenti per le infrastrutture.

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