La farmacia come “casa sicura” per i pazienti oncologici

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Partito in Emilia Romagna il progetto pilota a livello europeo per la certificazione del servizio di farmacia oncologica rilasciata da CEPAS Fragilità sociale. I pazienti oncologici e le loro famiglie rappresentano forse uno degli esempi maggiormente evidenti di una società in cui anche la tendenza, peraltro corretta, a rendere più limitati possibile i periodi di ospedalizzazione dei malati oncologici, rischia di accentuare la solitudine e i problemi irrisolti e irrisolvibili. È in questa ottica che si colloca l’iniziativa, innovativa a livello europeo, delle farmacie dell’Emilia Romagna che, sulla base di un progetto internazionale della Presidenza del Consiglio e di un bando ministeriale, hanno avviato e, in parte, già concretizzato, il primo progetto di certificazione delle loro competenze oncologiche.
Si pongono cioè, per la prima volta, nella posizione di un vero e proprio presidio di assistenza e consiglio, con competenze per gestire e soddisfare esigenze e interrogativi dei pazienti oncologici. E lo fanno in conformità a uno schema di certificazione molto chiaro e stringente, attivato da CEPAS, istituto leader per certificazione delle professionalità, parte del gruppo internazionale Bureau Veritas.
Alla vigilia di un evento organizzato da Rete Sociale e dedicato proprio al tema delle fragilità sociali, che si svolgerà in Senato il 28 settembre e in cui CEPAS porterà la sua esperienza nella certificazione delle competenze, il progetto F.A.C.T.O. – Farmacie Assistenza e Consulenza per le Terapie Oncologiche – ha già ricevuto il patrocinio di Federfarma per la Scuola di Alta Formazione, organizzata da EDRA.
Obiettivo generale del progetto – sottolinea la Project Leader Elena Penazzi – è quello di accrescere e specializzare la competenza del farmacista nel supporto al paziente oncologico; paziente che sempre più frequentemente interagisce con la propria farmacia di riferimento e che ha bisogno di risposte su alimenti, altri farmaci, prodotti di igiene e cosmesi che non siano dannosi per lui o in conflittualità con le cure cui si sta sottoponendo”.
Il progetto segna idealmente la riconquista anche pubblica da parte di farmacie e farmacisti del ruolo professionale che è anche consulenziale a favore del paziente e che non può essere surrogato da altri soggetti di puro mercato proprio perché richiede una formazione specifica.
“Questo progetto è un perfetto esempio di che cosa debba intendersi per evoluzione del ruolo del farmacista e per partecipazione al processo di cura” – dice il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Senatore Andrea Mandelli. “Oggi dalla malattia tumorale, fortunatamente, si guarisce in un numero sempre maggiore di casi, ma il paziente deve trovare sul territorio un supporto adeguato anche per gli aspetti complementari della terapia, nel segno della personalizzazione delle cure e dell’integrazione tra i professionisti della salute che lo assistono”.
“CEPAS persegue la sfida nella ricerca della valorizzazione delle competenze di chi nella quotidianità affronta con professionalità la fragilità", chiosa l’Amministratore Delegato di CEPAS, Massimo Dutto.
Parte integrante del progetto, che prevede la certificazione CEPAS, è un protocollo formativo che consente agli operatori farmaceutici di essere pronti a rispondere alla domanda dei pazienti oncologici su argomenti determinanti per la loro esistenza; dalle caratteristiche dei farmaci oncologici, agli integratori nutrizionali; dall’assistenza di tipo psicologico, ai prodotti di cosmetica ed estetica con un'attenzione particolare all’interazione fra farmaci e prodotti.
Il progetto, che – come detto – è pilota a livello europeo, si propone, ed è questo il principale obiettivo, come un supporto costante, ad alta professionalità ma anche ad alta umanità, per i pazienti oncologici.

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