La giustizia fallimentare rischia il tilt

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Parte dai presidenti dei consigli degli Ordini degli Avvocati dei sei Tribunali Marchigiani riuniti nell’Unione delle Curie il grido d’allarme nei confronti del testo della riforma della legge fallimentare DDL 2681 attualmente in Commissione Giustizia del Senato. In caso di approvazione, i Tribunali italiani con pianta organica al di sotto dei 30 magistrati perderebbero la competenza sia in materia fallimentare che nelle cause civili e penali connesse. Nelle Marche accadrebbe che tutte le procedure e cause fallimentari dei Tribunali di Pesaro, Urbino, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno verrebbero spostate ad Ancona, se non addirittura a Bologna, con effetti negativi non solo per i professionisti ma soprattutto per i cittadini". “Le ricadute negative sarebbero enormi perché la proposta di legge, se approvata, appesantirebbe ulteriormente il carico di lavoro delle sedi principali, che sono già messe a dura prova dagli effetti della revisione giudiziaria del 2012. Nella materia fallimentare che ha molta importanza per gli effetti che provoca nell’economia e nel mondo del lavoro, è fondamentale mantenere il rapporto con il giudice naturale territoriale” – ha detto Francesca Palma, presidente dell’Unione delle Curie. Le fa eco Serenella Bachiocco, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ancona. “La pianta organica del personale amministrativo, anche se potenziata, non sarebbe comunque sufficiente a sostenere l’enorme mole di lavoro supplementare che ricadrebbe sulla sede di Ancona. Ciò creerebbe una situazione insostenibile, anche in relazione alle dimensioni del palazzo di giustizia”. Le nubi fosche che già si addensano sul mondo della giustizia rischiano di esplodere. “Il pericolo – denunciano i Presidenti degli Ordini degli Avvocati convinti a non lasciare nulla d’intentato – è l’ingolfamento totale del Tribunale di Ancona come probabilmente di quasi tutte le altre sedi distrettuali delle altre Regioni, aggravio dei costi per i cittadini che già vivono una situazione di disagio avendo a che fare con un Tribunale fallimentare, con danno per le diverse categorie di professionisti, che si occupano della materia fallimentare”. Infine c’è il tema della costituzione solo presso le Camere di Commercio degli organismi che assistono il debitore nelle procedure di composizione assistita della crisi. Nelle Marche, a seguito dell’accorpamento in un’unica Camera regionale di Ancona, vi sarebbe anche in questo caso un solo organismo con sede ad Ancona. Il grido di allarme parte dalle Marche ma anche in altre regioni si stanno mobilitando perché il tempo stringe. Il testo è calendarizzato per l’aula da martedì 10 ottobre. Il Ministro Orlando è convinto sostenitore dell’approvazione del testo, così come formulato, entro la fine della legislatura. L’unione delle curie marchigiani si è appellata ai parlamentari marchigiani chiedendo di opporsi all’approvazione del testo e, al contempo, di promuovere gli emendamenti elaborati dall’Organismo Congressuale Forense e dal Consiglio Nazionale Forense che non sono stati accolte dalla Commissione Giustizia, lasciando la competenza fallimentare ai Tribunali esistenti e attribuendo le competenze anche agli Organismi di Composizione della Crisi degli Ordini Forensi e dei Commercialisti, che sono già stati creati ed operano nei loro territori. 

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