E’ “battaglia navale” fra Onorato e Grimaldi

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Vincenzo Onorato

Grimaldi contro il “monopolio Tirrenia”. Onorato: “Solo menzogne, ora querelo”

Manuel Grimaldi

“Leggendo il comunicato stampa di Manuel Grimaldi è essenziale fare delle rettifiche su alcune menzogne contenute nello stesso”. Comincia così Vincenzo Onorato, presidente di Moby e Tirrenia, in una nota diffusa ai giornali e titolata “Io agitato? No, ma l’amico Manuel certamente sì”. In nota si legge: “La più evidente – riferendosi alle menzogne – è quella sulla perdita di quote di mercato. In Sicilia, dove abbiamo iniziato un servizio in concorrenza, proprio contro l’amico Grimaldi, anno contro anno registriamo un incremento del traffico merci trasportato pari al 35 per cento e che compensa ampiamente il suo tentativo di ingresso massiccio

Vincenzo Onorato

in ‘dumping’ sulle linee di libero mercato nelle rotte per la Sardegna fuori convenzione”. Quindi quelle non incluse nella continuità territoriale marittima.

 

“Conoscendo l’amico Manuel – prosegue il presidente di Moby e Tirrenia –  quando è agitato si autoconvince delle sciocchezze che dice; continua il suo refrain sul ‘monopolio Onorato’ in Sardegna. Qualcuno dei suoi gli ricordi, se lo trovano dell’umore giusto, che oltre a esserci lui su quasi tutte le rotte, sulla Sardegna operano anche Gnv (Gruppo Msc), Sardinia Ferries e Grendi. Pare evidente  – prosegue Onorato – il tentativo, neppure troppo celato, di colpire le mie compagnie non attraverso una concorrenza sui mari, ma con la creazione sistematica di disinformazione sulla salute economica del Gruppo che presiedo”.

 

Onorato incalza, sempre in riferimento alle dichiarazioni di Grimaldi: “Metà della sua nota è un panegirico alla compagnia da lui presieduta. L’amico di vecchia data Manuel è prolifico nell’enunciare tutti i dati della flotta, ma ‘dimentica’ sempre e sistematicamente – non essendo la sua una società quotata come la nostra – di menzionare l’indebitamento. Miliardi di euro? Tre miliardi? Di più? Di meno? È curioso che l’amico Manuel si erga a paladino dei mercati finanziari esaltando il presunto blocco della fusione Cin-Moby, evidenziando attraverso la calunnia degli altri la sua fragilità strutturale, palese nella sua non trasparenza sull’indebitamento del gruppo. Fa inoltre un clamoroso autogol quando scrive che, su 15.000 dipendenti, 12.000 sono europei. Delle due l’una: o imbarca 3.000 italiani – ce ne sono 50.000 disoccupati a casa – o per umana dignità offre ai 3.000 marittimi extracomunitari un contratto italiano”.

 

Il presidente di Moby e Tirrenia continua così: “Colgo l’occasione per ribadire che la sovvenzione di 72 milioni a Tirrenia non l’abbiamo ottenuta noi Onorato, ma l’abbiamo ereditata dalla vecchia compagnia. L’amico Manuel dimentica che nella prima compagine per l’acquisto di Tirrenia lui era parte integrante nell’azionariato e che si sfilò perché preoccupato della presenza così massiccia di marittimi italiani. È altresì falso quanto dichiara l’amico Manuel che la sovvenzione di 72 milioni di euro verta solo sulla Sardegna, dando così indicazioni sbagliate al ministro Toninelli, vittima innocente della sua campagna di disinformazione: circa la metà della sovvenzione, infatti, è per i collegamenti con la Sicilia e con le isole Tremiti“.

 

Onorato precisa ancora: “La convenzione per la continuità territoriale riguarda rotte – e sono tante – che altrimenti non verrebbero effettuate perché non remunerative per il mercato e al di fuori dei periodi turistici. Del resto, dovrebbe saperlo bene Manuel, visto che i suoi amici ed ex soci siciliani intascano contributi per 150-200 milioni di euro all’anno per assicurare i collegamenti con le isole minori siciliane. Gli ultimi 60 milioni, a quanto si apprende da notizie recentissime di stampa, sono stati assegnati direttamente e senza gara. Viva l’Italia!”.

 

Il presidente di Moby e Tirrenia conclude: “Per quanto riguarda la solidarietà alla Confitarma, prego l’amico Manuel – essendo egli stesso il dominus della confederazione – di aggiungere anche trasparenza: la Confederazione armatori si è rifiutata di dare al Mit il numero di extracomunitari presenti sulle navi di nostra bandiera, creando così anche un problema di sicurezza nazionale, la cui gravità non può certo sfuggire al ministro degli Interni. Per il resto delle sue affermazioni, mi accingo a presentare querela per diffamazione. Per la nota caratteriale, poi, io non sono un grande Armatore come lui. Io sono e resterò sempre un marinaio. Coltivo i vizi minori: fumo la pipa, adoro il vino rosso, ho un’atavica debolezza per il fascino femminile e soprattutto non monto cavalli”.

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