EU Industry Day alla Mole Vanvitelliana di Ancona

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Promuovere l’economia circolare nella regione Marche. Ceriscioli: “Innovazione legata all’ambiente”. Bora: “Senza donne non si cresce”

Da “lineare” a “circolare”: è la traiettoria del nuovo sviluppo economico promosso dall’Unione Europea, nel prossimo settennio di programmazione, che non trova la Regione Marche impreparata. Si stima che dal 2021 al 2027 il 30 per cento del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) sarà dedicato a promuovere un’economia più verde, con minori emissioni di carbonio.

Manuela Bora

“Le Marche non aspetteranno il prossimo settennio per investire in questo settore. È stata la prima Regione italiana ad approvare una risoluzione sull’economia circolare ed emanare una legge regionale Industria 4.0, con 1,9 milioni di euro dedicati al ciclo produttivo che sa rigenerarsi. Verranno resi disponibili, entro l’anno, con alcuni bandi”. È quanto ha affermato l’assessora alle Attività produttive e Pari opportunità, Manuela Bora, nel corso dell’Eu Industry Day 2019 alla Mole Vanvitelliana di Ancona: unico appuntamento marchigiana dell’Eu Industry Week della Commissione europea, promosso dalla Regione Marche insieme alla Fondazione Cluster Marche ed Eurocube. Un appuntamento che ha il palcoscenico principale a Bruxelles e articolazioni locali per promuovere un confronto sulla strategia europea di politica industriale. La data marchigiana coincide con la Festa della donna. “La giornata dell’8 marzo, scelta per questo evento, valorizza la creatività femminile, l’idea che si possa, attraverso l’ingegno e l’innovazione, aprire frontiere nuove di sviluppo – ha detto il presidente Luca Ceriscioli, nel suo intervento di saluto – Nelle Marche lo stiamo facendo concretamente. I bandi europei, in questa direzione, sono già usciti e sono molte le imprese che riescono a interpretare correttamente lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare, con una crescita innovativa a favore del nostro territorio”. Il presidente ha richiamato, in maniera metaforica, il consumo delle pasticche automobilistiche durante una frenata: “Prima era causa di usura del sistema frenante, oggi rappresenta un’opportunità per ricaricare la batteria nelle auto ibride o elettriche. La necessità di rallentare il movimento viene trasformata in energia per andare avanti. Questo dimostra come l’innovazione possa legare lo sviluppo alla qualità dell’ambiente”. L’assessora Bora ha ricordato che, “senza donne non si cresce, perché parlare di pari opportunità significa, innanzitutto, raggiungere un’equità anche nel mondo del lavoro e delle professioni”. Ha quindi evidenziato che “sono molte le aziende della nostra regione che, da anni, portano avanti progetti di economia circolare. Ma non possiamo accontentarci del vantaggio prodotto della singola azienda. Dobbiamo essere consapevoli che l’economia circolare rappresenta una grandissima opportunità da incentivare. Non è più solo una questione di sensibilità sulle tematiche ambientali, ma un modello di politica industriale da perseguire, una frontiera per tutta l’Europa”. La giornata si è svolta con una sessione plenaria di lavori e quattro tavoli tematici per aiutare la Regione a predisporre nuovi bandi (riutilizzo dei materiali, meccatronica, agrifood, eco design). Nel corso dei vari interventi è stato evidenziato come “parlare di economia circolare significa parlare dell’economia del futuro”. Si stima che, nei prossimi anni, il settore possa creare, in Europa, 4 milioni di nuovi posti di lavoro attraverso svariati miliardi di investimenti pubblici e privati. Esperienze significative sono già in corso, come quella di un’azienda olandese che riutilizza la plastica pescata in mare per produrre capi di abbigliamento. In Italia esempi virtuosi si registrano in Umbria, con alcuni progetti che trasformano scarti di lavorazioni in materie prime per altre imprese e, nelle Marche, Villa San Filippo: quartiere di Pesaro dove, insieme all’Enea, è stato elaborato un progetto di rigenerazione delle aree verdi e di riqualificazione energetica degli edifici. “Ciascuno di noi – queste le conclusioni della giornata – da spettatore deve diventare un attore dell’economia circolare, anche se manca una strategia nazionale che guidi verso una visione circolare dello sviluppo economico”.

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