Il 15 marzo nella Sala d’Inverno di palazzo Ducale si svolgerà una giornata di studi su “I restauri delle opere di Giovanni Santi: tra diagnostica e intervento” l’iniziativa organizzata dalla Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche e la rivista Kermes vuole porre l’attenzione sull’attività di indagine e sui restauri di alcune opere, come momento complementare alla mostra in corso dal 30 novembre 2018.
Le tre opere di Giovanni Santi, due tele San Rocco e Tobiolo e l’Arcangelo Raffaelle e un dipinto su tavola Santa Regina martire, sono state prese in cura dal laboratorio della Scuola di Conservazione e Restauro – Dipartimento di Scienze Pure e Applicate dell’Università di Urbino Carlo Bo con la collaborazione del nuovo spin-off ART.URO lo scorso 6 ottobre e i risultati saranno presentati in questa occasione assieme agli interventi sviluppati anche da alcune imprese private su altre opere dell’artista.
“La manifestazione vuole sottolineare il concetto di restauro quale terreno di intersezione tra le componenti storiche, scientifiche e tecniche” spiega la professoressa Laura Baratin, Presidente della Scuola di Conservazione e Restauro “in grado di produrre conoscenza per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico, memoria storica del nostro paese. Il restauro nella sua dimensione interdisciplinare diventa espressione importante della società e dei mutamenti contemporanei ed un valore aggiunto per la crescita della nostra economia. Poche altre discipline, nell’ultimo secolo, hanno avuto approfondimenti, sperimentazioni, arricchimenti tecnici e metodologici come il “restauro”; e persino riassetti di principio attraverso una vivace dialettica che ha portato ad un cambiamento radicale – teorico e pratico –, al passaggio dal restauro come arte al restauro come scienza. La presenza anche delle imprese private” conclude Baratin “dimostra la piena collaborazione dell’Università con il tessuto economico locale per soddisfare sempre più a una delle missioni preposte oltre alla formazione e alla ricerca”.