Paddy Crumlin segretario generale dell’ITF lo ha detto con chiarezza: “gli armatori fanno dumping anche nei porti, da un lato esautorando i lavoratori portuali da ruoli e funzioni che storicamente e per legge sono di loro competenza; dall’altro sfruttando e spremendo come limoni i marittimi per svolgere operazioni alle quali spesso non sono adeguatamente formati. Mi riferisco, parlando da questa nuova nave, che è la più grande ro-ro del Mediterraneo, al rizzaggio e derizzaggio o alla funzione di guida delle ralle”.
Vincenzo Onorato ha colto al volo l’occasione fornita dall’avvio del viaggio inaugurale della Maria Grazia Onorato, nave ammiraglia del Gruppo, battezzata questa sera a Genova, per rilanciare la sua campagna in difesa dei marittimi italiani (e la nave è un vero e proprio gigantesco manifesto viaggiante di questa crociata). E lo ha fatto allargando la “ragione sociale” della sua campagna in difesa dei marittimi italiani anche ai lavoratori portuali.
“Autoproduzione e specialmente sfruttamento dei marittimi spesso sottopagati, ponendoli in rotta di collisione con i portuali – ha detto Vincenzo Onorato – significa innescare l’ennesima guerra fra poveri all’insegna della globalizzazione della povertà. E l’autoproduzione gemellata allo sfruttamento di lavoratori extra comunitari genera una miscela esplosiva”.
“Prima di essere armatore – ha detto Onorato – sono un marinaio. Io sono con i miei marittimi e da oggi sono anche con i portuali che rappresentano un asset dei porti italiani. Oggi sono i portatori di un sapere e di una professionalità dei quali i porti italiani non possono fare a meno. Ricordo ancora quando a Genova lavoravano in Compagnia Unica 6mila portuali. Ha senso che un porto come Genova abbia realmente operativi meno di 800 portuali?”.
Nella “festa” per il viaggio inaugurale della Maria Grazia Onorato, che domani salperà per Livorno, Catania e Malta, occupando stabilmente la rotta principale delle autostrade del mare, il Gruppo Onorato ha ribadito che il suo impegno per il lavoro non è a scadenza. Al contrario, Vincenzo Onorato ha in modo esplicito fatto capire che senza lavoro italiano, a partire dal settore marittimo, non si va da nessuna parte e che fare impresa a prescindere dalla tutela del lavoro è una rotta che porta solo alla rovina.