E’ iniziato venerdi lo “sciopero globale per il clima”, in vista del summit Onu di lunedì a New York. Da Melbourne a Stoccolma, da New York a Parigi passando per Giappone, Filippine e Birmania: gli attivisti, molto spesso giovanissimi, stanno scendendo in piazza e partecipano oggi a grandi manifestazioni. L’impegno è impressionante: Greta Thunberg, la sedicenne svedese diventata figura-simbolo delle iniziative contro il cambiamento climatico, assicura che sono state organizzate ben 4.638 manifestazioni in 150 Paesi del mondo. Greta ha manifestato a New York, dove le autorità hanno garantito la ‘giustificazione’ a oltre un milione di studenti che sono scesi in piazza. Da venerdi 20 al 27 settembre è, quindi, la “settimana per il futuro”.
Manifestazioni nelle principali città del vecchio continente, da Madrid a Mosca, passando per Varsavia, Amsterdam e Berlino. In 15 mila hanno sfilato per le strade della capitale Bruxelles per chiedere alla classe dirigente, nazionale ed europea, di agire in fretta. Parola d’ordine ‘ambizione’ perché le politiche da mettere in atto siano concrete e coraggiose.
Il Global Climate Strike è il terzo di una serie di iniziative globali per il clima organizzate a partire dalle scuole. Ma non solo giovani, all’iniziativa hanno aderito anche sindacati, gruppi umanitari, organizzazioni ambientaliste e alcune compagnie globali.
Abbandono delle fonti di energia fossili e riduzione a zero delle emissioni di gas serra, giustizia climatica per i popoli di tutto il mondo, fiducia nella scienza. Sono le tre rivendicazioni dei ragazzi di Fridays For Future Italia, la branca italiana del movimento dei giovani per il clima di Greta Thunberg, in occasione della settimana per il clima #WeekForFuture.
Al momento si sono registrate 2.350 città registrate. Ci sono innumerevoli segni che questo #GlobalClimateStrikes sarà il più grande della storia, e molto più grande di quello già incredibile del 15 marzo con 2,3 milioni manifestanti in tutto il mondo.
Riccardo Milani