Alla luce del nuovo decreto appena emanato dal governo dell’11 marzo con le misure della totale chiusura della maggior parte delle attività relative a tutta la penisola ed alla luce della rapida evoluzione dei contagi da Coronavirus che sta mettendo in difficoltà il sistema sanitario italiano, portando allo stremo il personale addetto e mutuando le prime vittime tra le fila sanitarie, Plusimple (www.plusimple.com), l’innovativa società di sanità digitale, lancia l’allarme sui dispositivi di protezione individuale.
È di avantieri la notizia della scomparsa di Roberto Stella. Aveva 67 anni ed era medico di base a Busto Arsizio. Ricoverato da giorni a Como, le sue condizioni si erano aggravate. Rappresentava la capacità di impegno e sacrificio dei medici di famiglia.
«La sua morte rappresenta il grido di tutti i colleghi che ancora oggi non vengono dotati di dispositivi di protezione individuale. È la drammatica testimonianza che siamo parte integrante di questo sistema sanitario nazionale oggi in emergenza, ma spesso le aziende sanitarie ancora sembrano non rendersene conto» Claudio Piccarreta tra i fondatori di Plusimple.com.
Questa dichiarazione è l’ennesimo grido d’allarme e crepa che sta venendo alla luce in questi giorni di stress ed emergenza per le istituzioni e il sistema sanitario.
Cresce il numero di medici infetti e in quarantena, ultimi ieri due medici e un infermiere in Puglia, oltre ai 250 i medici attualmente in isolamento, con circa oltre 200 mila cittadini senza medico in tutta Italia.
In Italia spesso si è soliti restare inermi o parlare per poi scoprire che le soluzioni ci sono e sono in casa, ma noi eravamo intenti a guardare altrove.
Plusimple, una giovane società innovativa di sanità digitale, pluripremiata per l’innovazione, oggi supporta professionisti di reparti ospedalieri, medici di famiglia, specialisti e centri sanitari pubblici e privati a continuare le cure e la comunicazione a distanza, evitando di assediare reparti e sale d’attesa, esponendo il personale sanitario ed i pazienti a rischi di contagio.
Plusimple è un filo tecnologico che connette in sanità, la prima a connettere la sanità privata e pubblica intorno allo stesso paziente. Tramite piattaforma e app, si consente la comunicazione tra reparto o con il paziente e il medico, con community certificate, generando un network sanitario istantaneo e senza limiti geografici o di accesso.
Entrando nella community di Plusimple.com -che già ad oggi conta più di 600 medici e 11 mila pazienti- Plusimple oggi supporta dal reparto di Radioterapia, al reparto di Oncologia dell’Ospedale di Brindisi, sino alle Case della Salute in Emilia Romagna, e altre realtà sanitarie ancora, Plusimple connette medici con colleghi e pazienti, per assicurare le cure e l’assistenza sanitaria.
Questa emergenza ha generato forti alterazioni nell’erogazione dell’assistenza sanitaria ma al contempo ha fatto venire fuori grandi limiti nei mezzi del personale sanitario.
È il caso di pazienti che affollano gli ambienti per controlli, come pazienti trapiantati o pazienti in terapia oncologica, che magari vivono il dramma di doversi salvare da un male cercando di evitare il contagio, insomma un percorso all’Indiana Jones.
I medici in Plusimple intervistati in videoconferenza proprio con la piattaforma dichiarano: «purtroppo il numero totale dei decessi segue ancora la crescita esponenziale dei giorni scorsi. All’11 Marzo si contano 10,149 infetti su scala nazionale e gli effetti delle misure governative di isolamento sociale non sappiamo con esattezza quando saranno visibili, ma sono necessarie quando il numero di casi noti è basso o difficile da controllare».
Nella provincia cinese di Hubei si sono adottate misure di isolamento sociale quando erano 444 ma in realtà, a conti fatti gli infetti erano 12 mila.
Le autorità non sanno quando un cittadino ha iniziato ad avere i sintomi, lo sa soltanto quando va dal medico e gli viene diagnosticato. Pertanto vi è un ritardo, una latenza nella diagnosi rispetto ai provvedimenti che può su larga scala e ogni giorno essere fortemente impattante.
Nelle statistiche mondiali vediamo come i casi della Corea del Sud sono esplosi, ma vi siete chiesti perché non lo siano stati quelli di Giappone, Taiwan, Singapore, Tailandia o Hong Kong? Tutti sono stati colpiti dalla SARS nel 2003 e tutti hanno imparato da quell’esperienza. Hanno imparato quanto virale e letale potrebbe essere il Coronavirus e quindi sapevano di doverlo prendere sul serio. Ecco perché tutti i loro grafici, nonostante inizino a crescere molto prima, non sembrano ancora esponenziali.
Ad esempio le provincie italiane maggiormente affette sono Bergamo, Brescia, Lodi, Milano e Piacenza, e in queste i casi di infetti stanno crescendo ancora esponenzialmente. I dati per l’Italia intera sembrerebbero mostrare un rallentamento generale, ma si deve tener presente che questo dato dipende fortemente da quanti tamponi vengono fatti, più infetti ci saranno e più difficile censirli tutti.
Le rimanenti provincie italiane seguono un andamento simile al dato nazionale, ma il caso su cui porre attenzione è la provincia di Lodi. Si comporta un po’ come Hubei in Cina.
La provincia di Lodi è quella in cui è stata istituita la prima zona rossa piú di 2 settimane fa e questo dato ci fa capire come isolando adesso si potranno vedere lievi miglioramenti nell’arco di 15 giorni, periodo di incubazione del virus.
Non possiamo attenderci dati migliori e più puntuali in questa fase dato che la cabina di regia è, giustamente, occupata nel fronteggiare l’emergenza sanitaria.
«Nel momento di emergenza che stiamo vivendo è indispensabile assicurare le cure ma anche limitare i contagi» sostengono i medici della piattaforma. E proprio grazie a Plusimple.com il rapporto con il proprio medico o reparto ospedaliero avviene in remoto ed assicura così la rapidità nella comunicazione e l’affidabilità delle informazioni, svuotando le sale d’aspetto. Immaginate ad un ambulatorio online dove il medico ha a disposizione uno spazio dedicato, sicuro, il cui contenuto può essere coordinato con altri colleghi, specialisti o reparti per avere una comunicazione e informazioni chiare e condivise.
Il tema del GPDR e della riservatezza dei dati è uno dei più importanti e principali e Plusimple è stato progettato come privacy «by design». La discussione è aperta a livello europeo da anni e nonostante vi siano delle soluzioni che permettono di collegarsi da remoto con i pazienti il loro limite è la promiscuità di utilizzo -pensate a whatsapp o ad altre app come zoom- e soprattutto il fatto che i dati viaggiano su server extraeuropei.
«In un mondo dove i dati hanno lo stesso valore dell’oro, proteggere quelli dei pazienti e dei cittadini è stata la nostra preoccupazione da subito. Migliorare le cure partendo dalla comunicazione, guadagnando tempo per il paziente e il medico» puntualizzano i medici della piattaforma.
Immaginate il vostro medico bombardato di messaggi di pazienti all’interno della stessa app dove parla di calcetto, di cene o con la propria famiglia. Oggi, in questo momento così particolare di emergenza si ha bisogno di strumenti professionali, facili ed ordinati soprattutto per la comunicazione e la gestione dei casi.
«Una innovazione deve essere semplice e a disposizione di tutti, senza installazioni o strumentazioni costose» assicura Claudio Piccarreta tra i fondatori di Plusimple.com.
SupportoCoronaVirus.it si rivela così uno strumento utile e veloce per mantenere aggiornato il proprio screening. Usare Plusimple serve poi a garantire il continuum assistenziale in maniera agile, riducendo il rischio di contagi e di contaminazioni e consentendo di ottimizzare il coordinamento tra le parti coinvolte nei processi di cura.
«Plusimple significa più semplice perché crediamo che una sanità con meno passaggi e meno ostacoli sia più valore per tutti» sostengono Francesco Pinto, CTO, e Giorgio Mottironi, responsabile commerciale della società che è già stata classificata dall’EIT Health -agenzia innovativa dell’Unione Europea- tra le 15 società di sanità digitali più promettenti d’Europa.
«Rimaniamo più distanti oggi, per riabbracciarci domani» ricorda Claudio Piccarreta, «ma -prosegue- connettiamoci su Plusimple oggi, per stare meglio domani».