In Francia, una Convenzione sul clima, per cambiare le regole

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Dopo nove mesi di lavoro, i 150 francesi estratti a sorte dalla Convenzione sul clima dei cittadini (Convention citoyenne pour le climat), hanno elencato più di 100 proposte, che saranno votate questo fine settimana durante la settima e ultima sessione dell’incontro. Emmanuel Macron rilascerà “una prima risposta” il 29 giugno.

Sono il frutto di nove mesi di lavoro intenso e senza precedenti. I 150 cittadini francesi designati durante l’estate del 2019 per lavorare sulla lotta contro il riscaldamento globale hanno finalmente consegnato una copia della relazione, che ora deve essere votata in Aula prima di essere trasmessa all’esecutivo. Va detto che la loro missione non era la più semplice: stabilire una serie di misure volte a ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030, tutto questo con uno spirito di giustizia sociale.

Queste misure sono state discusse da ciascun gruppo di lavoro (mobilità, abitare, nutrizione, produzione e lavoro, consumo). Una misura prevede addirittura di cambiare una parte della Costituzione francese aggiungendo un nuovo paragrafo che menziona “la conservazione dell’ambiente, patrimonio comune dell’umanità”, integrando un paragrafo con: “La Repubblica garantisce la conservazione della biodiversità, dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici”. Tra le misure di punta del gruppo “housing”, troviamo la riduzione del consumo di energia negli spazi pubblici (vietando ad esempio il riscaldamento delle terrazze dei caffè), il cambio di caldaie a petrolio e carbone da qui nel 2030 in edifici nuovi e ristrutturati. Una misura propone, inoltre, l’obbligo per i proprietari di isolare termicamente le abitazioni.

Rinegoziazione del trattato CETA e reato di ecocidio

Il gruppo “nutrizione”, da parte sua, propone di ridurre l’uso dei pesticidi vietando in particolare i pesticidi più dannosi per l’ambiente nel 2035, di integrare l’insegnamento dell’agroecologia nei programmi scolastici o di tassare prodotti ultraelaborati con un’alta impronta carbonio. Tra le misure più ambiziose c’è la rinegoziazione del CETA a livello europeo per integrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi o l’adozione di una legge che integrerebbe il crimine di ecocidio.

Meno pubblicità e più mirata

Le proposte del gruppo “consumo” coprono anche un ampio spettro, che va dalle informazioni dei consumatori alle norme che disciplinano la pubblicità. Propone di etichettare e specificare sulla confezione l’impronta carbone dei prodotti, di vietare la pubblicità dei prodotti più inquinanti e di incoraggiare le persone a consumare meno.

Limite di velocità a 110mk/h

Il gruppo “mobilità” aveva il compito di affrontare il settore altamente inquinante del traffico stradale e aereo e per conciliare le sue proposte con questo famoso “spirito di giustizia sociale”. Tra le misure votate dal gruppo, troviamo il divieto dei veicoli più inquinanti di entrare in centro città, il divieto dal 2025 sulla commercializzazione di nuovi veicoli ad alta emissione di gas a effetto serra e la riduzione del limite di velocità in autostrada a 110 km/h. Nel settore dell’aviazione, il gruppo propone misure forti: eliminare i voli nazionali entro il 2025 o addirittura vietare la costruzione di nuovi aeroporti.

Riduzione dell’orario di lavoro

L’ultimo gruppo di lavoro si è concentrato sul tema “produzione e lavoro”. Tra le sue proposte di punta: il riciclaggio obbligatorio di tutte le materie plastiche, nonché l’eliminazione di tutte le materie plastiche monouso dal 2023, o la riduzione dell’orario di lavoro settimanale che scenderebbe dalle 35 ore alle 28 (naturalmente mantenendo lo stesso compenso).

Convenzione sul clima dei cittadini (Convention citoyenne pour le climat) ha comunque il compito di fare delle proposte da consegnare all’esecutivo e propriamente a Emmanuel Macron, decidendo anche la forma che dovranno prendere queste misure (legge, regolamento o referendum). L’ultima parola resterà al Presidente della Repubblica francese e al suo governo.

Riccardo Milani

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