“La terra che cura”, progetto per l’area dei Sibillini finanziato dalla Regione Marche

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Bora: “Esempio virtuoso di rinascita delle aree devastate dal sisma”

Ascoltare i territori per crescere, attraverso incontri e servizi mirati allo sviluppo del benessere psico-fisico della popolazione anziana che vive e visita i paesi delle Marche colpiti dal sisma. È l’obiettivo del progetto “La terra che cura”, finanziato dalla Regione Marche con i fondi della Programmazione 2014-2020: uno dei 19 che hanno beneficiato delle risorse aggiuntive per la ricostruzione, assegnate attraverso un bando che ha sollecitato le cooperative sociali a costruire progetti innovativi per fronteggiare le emergenze del territorio e a creare servizi esportabili anche in altri contesti. È stato presentato oggi, in Regione, dall’assessora alle Politiche comunitarie Manuela Bora. “Si tratta di un progetto importante, con un costo di 668 mila euro e un contributo regionale di 324 mila euro, fondi Ue – ha evidenziato l’assessora Bora – Le attività proposte rappresentano un esempio virtuoso di come sia possibile valorizzare un territorio ferito dal terremoto attraverso percorsi di inclusione delle popolazioni anziane che diventano una risorsa per la ricostruzione e la diffusione della memoria storica di queste zone”. Bora ha sottolineato che “le risorse regionali hanno consentito di sperimentare modelli assistenziali innovativi e nuovi percorsi di contaminazione sociale per migliorare la vita degli anziani”. I contenuti sono stati illustrati da Domenico Baratto, presidente dell’impresa sociale di Wega, capofila del progetto. Partner sono la cooperativa sociale “Eureka” e “La Sorgente”, cooperativa con sede legale in valle d’Aosta e attività nel sud delle Marche. Si punta a valorizzare il patrimonio culturale e ambientale come leva per il rilancio dei territori colpiti dal sisma, nell’ambito dell’Unione montana dei Sibillini (Ascoli Piceno e Fermo) e dell’area fermana del cratere. Le opportunità offerte sono quelle del turismo silver (over 65, quello della terza età), dell’invecchiamento attivo della popolazione, dell’inclusione sociale. “Lo abbiamo chiamato “La terra che cura” perché vogliamo mostrare l’altra faccia di queste zone terremotate: non una terra da cui fuggire, ma che lenisce le ansie e le paure della società contemporanea”. Le attività previste spaziano dalla creazione di contenuti digitali al coinvolgimento degli anziani residenti nel trasferimento del “sapere”, all’attivazione di una rete di servizi (come il Taxi sociale gratuito), alla valorizzazione delle attività turistiche, a nuove proposte di benessere psico-fisico a contatto della natura (“Giardino che cura”), alla creazione di una guida sui Sibillini e di un bollino di qualità. È previsto anche il festival “Ascoltare per crescere”, con un ricco calendario di appuntamenti live streaming con giornalisti nazionali: domani (1 agosto) primo appuntamento da Servigliano con il filosofo Umberto Galimberti. “Vogliamo guardare oltre il territorio, coinvolgendo personaggi famosi, perché dal confronto si cresce. Parleremo anche di cosa l’Europa può fare per queste zone”, ha anticipato il giornalista Raffaele Vitali che cura l’iniziativa. Partner del progetto sono la Human Foundation e la Politecnica delle Marche. Nicola Cabria (Human Founation) ha parlato di “sperimentazione di un nuovo modello di sviluppo per la ripartenza delle aree interne”, mentre Emanuele Frontoni (Politecnica) di “validi modelli promossi da imprese sociali, di esempio anche per le imprese di altri settori. Proposte che stimolano una vita attiva, passando dai tradizionali momenti di socializzazione degli anziani a contenuti digitali innovativi accessibili a tutti”.

 

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