Porto di Monfalcone, è necessario creare una Commissione permanente per lo scalo

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“Anche sulla variante localizzata approvata dal Comune, ma anche dalla Regione – sottolinea ancora il consigliere – , assistiamo a un preoccupante stallo che di fatto scoraggia i possibili investitori privati a insediarsi nella zona del Lisert, ormai rimasta in ostaggio agli ambientalisti integralisti che poco a cuore hanno lo sviluppo economico e occupazionale del territorio”.

“Il primo nodo irrisolto – continua Nicoli – riguarda l’escavo del canale di accesso al porto, ancora impastoiato su problematiche burocratiche e progettuali. Mi chiedo se l’Authority, ancora immobile rispetto alle osservazioni del Provveditorato delle opere pubbliche, sia contraria al progetto. Nonostante le riunioni al ministero, dopo le quali attendiamo l’ennesimo accordo di programma, emerge la buona volontà del Comune di Monfalcone a risolvere le problematiche sul tema ma senza riuscire a incidere, anche perché non fa parte del Comitato di gestione, nonostante le mie continue sollecitazioni affinché al Governo si provveda a modificare la relativa norma”.

“Sull’escavo, le soluzioni ci sarebbero: Fincantieri dispone di mezzi adeguati per poterlo effettuare in breve tempo. Una soluzione che potrebbe essere presa in considerazione dalla Regione per le manutenzioni e dragaggi delle vie d’acqua del Friuli Venezia Giulia. La campagna degli annunci è continuata sull’elettrificazione della banchina e su un non chiaro adeguamento alla sicurezza – aggiunge il capogruppo forzista -, il tutto contenuto in un Piano organico del porto redatto dall’Authority, del quale però nessuna amministrazione locale sa nulla”.

“Ricordiamo che l’Autorità incamera tutte le entrate concessorie dal porto di Monfalcone, ma non si capisce con che investimenti voglia procedere – conclude Nicvoli – e soprattutto quali siano i concreti investimenti sullo scalo monfalconese. Unico dato certo sono le risorse del Recovery plan, una tantum, di circa 6 milioni di euro. Mi chiedo anche come si risolverà la precarietà dei circa 70 lavoratori portuali in articolo 17, che si trovano più in cassa integrazione che in porto a lavorare. Su questo tema l’Authority non può defilarsi”.

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