Attesa per gli incentivi per le auto elettriche, ma con il fotovoltaico è già rivoluzione

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Electric car at charging station

È stato un grande anno il 2021 per l’auto elettrica, non solo perché ne sono state vendute molte di più rispetto al passato, nonostante la paralisi delle immatricolazioni dovute alla pandemia, ma anche perché le auto prive di emissioni stanno crescendo nelle flotte aziendali e a volte vengono privilegiate anche nelle ristrutturazioni delle abitazioni indipendenti, nelle quali sempre più spesso viene installata una colonnina all’interno del garage. È quanto è emerso dal convegno di Solar Exhibition and Conference “Dal fotovoltaico all’auto elettrica: un ecosistema in movimento”, organizzato da Vaielettrico e Motus-E, che ha esplorato l’integrazione fra autoproduzione di energia elettrica, accumulo dell’energia e ricarica dei veicoli in un unico ecosistema tecnologico, normativo e organizzativo, per trarne il massimo beneficio economico e ambientale con i protagonisti della rivoluzione elettrica che hanno portato esempi virtuosi di una rivoluzione già partita.
E oggi, in effetti, c’è grande attesa nel settore della mobilità elettrica: si attende infatti la pubblicazione del decreto che dovrebbe contenere gli incentivi per auto elettriche, ibride ed Euro 6. Secondo quanto annunciato le auto elettriche, con emissioni comprese tra 0 e 20 grammi di CO2 per chilometro, potranno accedere a un contributo di 5.000 euro rottamando un veicolo omologato in una classe inferiore all’Euro 6. In assenza di rottamazione, il bonus sarà di 3.000 euro. Per le auto ibride (20-60 grammi di CO2 per chilometro), l’incentivo è pari a 4.000 euro, con rottamazione, per una spesa massima di 45.000 euro. C’è però un problema legato all’introduzione di un tetto massimo: il Governo sta concedendo fino a 5.000 euro di incentivi per le auto elettriche pure a fronte di una spesa massima di 35.000 euro, mentre per le auto ibride plug-in si arriva a 4.000 euro a fronte di una spesa massima di 45.000 euro.
“Questo tetto di spesa – ha fatto notare Massimo Degli Esposti di Vaielettrico – è un problema enorme per il mercato, poiché oggi le auto elettriche costano il 30% in più di quelle tradizionali. Quindi, se stabilisci sin dall’inizio che puoi incentivare, solo entro una certa cifra che copre solo le più “piccole”, le city car, vengono tagliate fuori tutte quelle di gamma più alta”.
Proprio l’attesa di questi nuovi incentivi ha generato una brusca frenata per il mercato delle auto elettriche nel marzo 2022, facendo registrare un meno 30% nelle immatricolazioni, nonostante il fatto che la quota di mercato è stazionaria all’8,87%. Secondo i dati di Motus-e, nel mese appena trascorso le vendite di auto con ricarica (somma di BEV, elettriche pure, e PHEV, veicoli ibridi plug-in) si sono fermate a 10.537 unità, a fronte delle 15.065 vendute a marzo dello scorso anno, segnando un meno 30%. Ma il provvedimento sembra non estendersi alle flotte aziendali. “È bene non sprecare questa occasione – rileva il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso -: le flotte aziendali possono essere strumento di vera diffusione dei mezzi a batteria, portando sul mercato dell’usato, nel giro di 3-4 anni, veicoli elettrici che potranno essere acquistati anche da famiglie che non possono permettersi un mezzo nuovo. Il rischio vero, così, è che l’ecobonus non sia del tutto efficace e che le risorse messe a disposizione non vengano utilizzate del tutto”.

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