La Valle di San Clemente. La Smart Land del margine che si fa centro

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C’erano più di 100 persone ieri pomeriggio nel margine che si fa centro.

La sensazione era di essere davvero dentro il titolo dell’incontro; quell’aia dietro all’abbazia di Sant’Urbano all’Esinante, quel punto sperduto in mezzo alla Valle di San Clemente era il centro, il luogo di incontro e di scambio, il vuoto che si fa pieno, per dirla con Bonomi.

 

Più della metà dei presenti erano ragazzi del posto. Sono stati loro a condurre il gioco sul palco, ad intervistare Aldo Bonomi, a testimoniare come si possa iniziare ad ogni età a fare rete, a darsi da fare, a immaginare un futuro che non è ineluttabile, ma dipende dalle azioni concrete di ciascuno.

 

E poi c’erano persone venute da lontano, come Dario Di Vico, illustre penna del Corriere della Sera o Marco Frittella, celebre volto di RAI 1. Non erano lì a parlare, ma ad ascoltare, mossi dalla curiosità tipica delle persone intelligenti di capire cosa succede in quest’area interna dove, “l’Italia è più Italia”.

 

Succede che dal 2016 un sindaco coraggioso e innovativo e un imprenditore convinto che “non c’è impresa senza territorio e non c’è territorio senza impresa”, si sono dati l’obiettivo di fare rete per invertire il trend dello spopolamento di questo entroterra, per innescare connessioni rurali, per offrire, soprattutto ai giovani, esempi, metodi, motivi per restare.

 

Tante le iniziative attivate nell’ambito del progetto di Innovazione Rurale Valle di San Clemente:

  • la valorizzazione della splendida Abbazia benedettina di Sant’Urbano, con un approfondito studio archeologico e storico e la realizzazione della prima monografia dedicata;
  • l’ingresso nella rete dei Club Unesco
  • l’attivazione dell’Infopoint dell’Abbazia in cui si studenti del territorio hanno la possibilità di lavorare e imparare
  • la ristrutturazione della vecchia scuola rurale, che diviene luogo di formazione e hub di ricerca e che accoglie studenti e ricercatori di ogni età;
  • il laboratorio agro-tecnologico, in cui si sperimenta l’agricoltura rigenerativa e sostenibile e il design del paesaggio e delle filiere.
  • La Scuola di Innovazione Territoriale Umbria Marche SITUM, con cui per la prima volta insieme l’Ateneo Dorico e quello Perugino hanno offerto corsi di perfezionamento congiunti a 40 studenti meritevoli.

 

Quello presentato ieri è probabilmente il progetto più alto, quello che punta a riscoprire la coscienza del luogo e la coscienza di sé. Smart Land è il percorso di ricerca-azione portato avanti negli ultimi due anni dal sociologo Aldo Bonomi con i giovani della Valle di San Clemente, coinvolgendo la comunità locale. Con il suo sguardo esperto Bonomi ha restituito identità e prospettive del luogo, a partire dalle persone, dalla storia, dalle reti.

 

Vale la pena sottolineare che quello di Bonomi, è il secondo ritratto della Valle di San Clemente. Il primo – e unico finora – è il trattato di Ottavio Turchi, canonico e storico apirese del ‘700, che descrive “del sito della Valle, della nobiltà dei suoi abitanti”, dipingendo una comunità florida e potente, contesa tra clero e impero, di cui si intravede il carattere rigenerativo.

 

Il saggio di Bonomi (2022 Desiderio Editore) ci racconta di una Valle operosa, “sospesa tra il non più e il non ancora” e per questo dall’alto potenziale. Di una Valle fragile, squassata da terremoti e spopolamento, eppure sede di imprese innovative, di artigiani sopraffini, di filiere di altissima qualità che devono imparare a connettersi, aprirsi e promuoversi. È una Valle accogliente, con un lento e nondimeno sorprendente sviluppo turistico, trainante quello agricolo ed eno-gastronomico, che vede protagonisti giovani e donne; ed è sorprendentemente una Valle giovane, in cui si coglie la voglia di scoprire, connettersi, fare comunità, rinnovando la centralità dell’Abbazia di Sant’Urbano come fulcro di sviluppo sociale. Infine è una Valle intelligente, che fa dell’economia circolare, della transizione ecologica, della digitalizzazione, del fare rete espressioni attualizzate della saggezza contadina del non sprecare, del rispettare, della conoscenza aperta e interdisciplinare.

 

Protagonisti e testimoni, insieme a Bonomi, gli abitanti della Valle di tutte le fasce d’età: i giovani, formati come operatori di comunità, hanno raccontato come questo progetto li abbia indirizzati nei loro studi e nelle decisioni future; gli studenti delle superiori hanno condiviso la loro esperienza in impresa e in Abbazia, evidenziando quanto sia importante mettere in parallelo scuola e lavoro, scoprire le opportunità e il bello di far parte di un progetto; gli insegnanti della scuola primaria hanno parlato dei laboratori rurali (sulle filiere del pane, del miele, dell’olio) che grazie a questo progetto hanno potuto esplorare; infine i giovani imprenditori agricoli ma non solo che, nelle parole di David Merlini, che gestisce un’azienda agricola e si sta specializzando sulla filiera del grano, hanno trovato nel progetto “una finestra sul mondo”, scoprendo visioni e metodi da utilizzare, connessioni che creano valore.

 

Afferma Bonomi, “Un momento di incontro tra coscienza di luogo e coscienza d’impresa.

Il luogo, la valle di San Clemente, e l’impresa Loccioni nel fondovalle. I giovani, con un’inchiesta territoriale da “operatori di comunità” hanno scavato e indagato nella prossimità del voler rimanere. L’impresa ha individuato nell’Abbazia di Sant’Urbano, memoria dell’operosità benedettina il luogo di incontra tra impresa e territorio. Assieme, giovani e impresa, ragionano delle opportunità di RESTANZA e insieme sul come vivere la valle nell’epoca della Green Economy”.

 

Il sindaco di Apiro, il pediatra Ubaldo Scuppa, ha chiaro il concetto: “Vogliamo immaginare un futuro che si arricchisca dell’energia dei giovani, dell’innovazione dell’impresa, della cultura di una rete internazionale. Una comunità che renda questo territorio vivo e vitale per i nostri ragazzi e per le generazioni future.

 

Enrico Loccioni, imprenditore high tech nato nella Valle di San Clemente, paragona il lavoro corale a quello prezioso delle api: “Le imprese – e le persone – sono come le api: se fanno rete, si scambiano, condividono lo stesso obiettivo, lavorano insieme, diventano impollinatori di buone pratiche, facilitatori di nuove attività, portatori di idee che generano idee. Tutto questo rende il territorio vibrante di produttività e vitalità, brulicante di biodiversità e bellezza.

 

La Valle di san Clemente in numeri

230 kmq di superficie

70 km di perimetro

7 comuni che afferiscono

2 province (Ancona e Macerata)

5702 abitanti

47,5 età media

24,8 abitanti per km2

 

Il progetto Smart Land

24 giovani operatori di comunità

62 interviste realizzate

10 incontri formativi

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