Sradicare il meccanismo per cui le banche si assumono rischi solo per operazioni a breve e si tengono lontane dalle operazioni a lungo periodo, con la conseguenza di escludere dal credito le infrastrutture che garantirebbero una maggiore sicurezza del credito stesso.
Pensare immediatamente a manovre di riaggiustamento del debito, attraverso il piazzamento di titoli forzosi al posto di prelievo fiscale. Titoli che “dovranno” essere acquistati da chi utilizza più intensamente le infrastrutture, le deteriora utilizzandole, e attraverso questo acquisto forzoso di titoli mirati alla realizzazione di queste infrastrutture.
La proposta è stata lanciata oggi al convegno “Un mare di Svizzera” in corso a Lugano, da Massimo Ponzellini, Presidente Onorario della BEI, che ha fra l’altro preconizzato per la logistica, oltre a un’evoluzione obbligata verso una trasformazione delle regole di finanza per le infrastrutture, un vero e proprio cambiamento di “status” da servizio in utility.
Ponzellini ha aspramente criticato anche il meccanismo di funzionamento dell’Unione Europea, definendolo il meccanismo del “no”, ma, oltre a quello delle banche, l’atteggiamento di altri soggetti finanziariamente forti, come le assicurazioni che non investono su infrastrutture in grado di abbattere del 28% il loro rischio assicurativo. Ha concluso che le infrastrutture “sono della gente”, e, nel silenzio assoluto di soggetti come Confindustria, sono state sino a oggi sottovalutate dalla politica che della gente dovrebbe essere espressione.
“Provocatoriamente – ha concluso Ponzellini – si potrebbe affermare che il nostro Paese vanta riserve auree molto consistenti, quando i lingotti valgono e rendono molto meno di un porto”.