La tregua fiscale cancella i contributi previdenziali per agricoltori e autonomi

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«Il decreto contenente lo slittamento dei termini per la tregua fiscale evidenzia una preoccupante lacuna, più volte sollevata da Cia Agricoltori italiani, in merito alla cancellazione non solo dei debiti previdenziali, ma anche dell’intero anno previdenziale». Lo sottolinea, in una nota, il presidente di Caf Cia, Centro assistenza fiscale di Cia Agricoltori italiani, Nicola Antonio Sichetti. Spiega l’organizzazione: «Il ‘decreto bollette’, pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale, contiene la proroga dei termini di pagamento della cosiddetta ‘tregua fiscale’ introdotta dalla Legge di bilancio 2023. I termini prorogati, che inizialmente erano fissati allo scorso 31 marzo, interessano il ravvedimento speciale, la cui scadenza viene ora fissata al prossimo 30 settembre. Il mese successivo, al 31 ottobre, viene fissato il termine per il pagamento della prima rata della sanatoria delle irregolarità formali. Occorre però  fare attenzione: il termine di presentazione della domanda telematica per la rottamazione quater dei debiti affidati all’Agente della riscossione nel periodo 1° gennaio 2000 – 30 giugno 2022, è rimasto invariato al 30 aprile. Dopo che l’Agente della riscossione avrà comunicato importi e piano dei versamenti, l’interessato dovrà versare la prima o l’unica rata entro il prossimo 31 luglio».  Sottolinea il presidente Sichetti: «In fase di conversione del decreto, auspichiamo un intervento che consenta ai lavoratori autonomi ed in particolare a quelli del settore agricolo, coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali, di evitare la cancellazione dei debiti contributivi di importo inferiore ai mille euro. Lo stralcio automatico di piccole somme, per i lavoratori di cui sopra ha quale conseguenza la cancellazione tout court dell’anno contributivo interessato e come se non bastasse, non è neanche previsto il rimborso di quanto già versato all’Inps per lo stesso anno! Oltre il danno, la beffa!».

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