Lavoratori e studenti, perché nessuno vuole tornare all’era pre-smart working

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Negli ultimi due anni, lo studio e il lavoro a distanza non solo hanno rappresentato un’innovazione, ma molto spesso sono stati una vera e propria ancora di salvezza per aziende, scuole e università.

Quella che inizialmente si era presentata come una soluzione temporanea, non priva di criticità, è diventata nel tempo una possibilità alla quale ormai in molti, tra studenti e lavoratori, faticano a rinunciare.

 

Lavoro, cambiano le priorità e i bisogni dei dipendenti

La pandemia e l’introduzione dello smart working hanno cambiato completamente il lavoro e la sua filosofia, mettendo in discussione valori e priorità, nonché l’efficacia e l’utilità di alcuni sistemi e metodi. Per la prima volta la qualità del lavoro e del tempo umano sono stati messi al centro, diventando così dei fattori a cui nessuno vuole più rinunciare.

Secondo il Global Human Capital Trends Report 2023 di Deloitte, infatti, il 64% delle persone intervistate sarebbe pronto a dimettersi nel caso in cui l’azienda chiedesse un rientro a tempo pieno in ufficio. Dati che confermano quindi come, avendo avuto la possibilità di rimodulare in maniera più pacata impegni di lavoro e scelte di vita, le persone non vogliano tornare indietro e rinunciare ai nuovi ritmi lavorativi.

Tra più stanchezza e maggior consapevolezza, qualcosa sta cambiando, motivo per cui le aziende si devono adattare alle nuove necessità e assecondare i bisogni dei dipendenti.

 

A cambiare è anche l’approccio all’università

D’altra parte, anche il mondo universitario e dello studio post diploma è mutato con il rilancio dell’università telematica. Gli atenei che già svolgevano attività in e-learning hanno infatti potenziato le proprie offerte anche in termini di qualità, motivo per cui oggi la scelta dei giovani ricade sempre più su questo tipo di investimento.

Ma anche in questo caso, non si parla solo di qualità della didattica, ma anche di qualità della vita. Poter infatti seguire i corsi universitari da casa permette non solo di abbassare i costi di mantenimento degli studi, non dovendo pagare affitti o trasporti, ma anche di dedicare il tempo risparmiato in altre attività o lavori. Il tutto aumentando la produttività e aiutando anche l’ambiente, come spiegato nel paragrafo seguente.

 

I benefici per l’ambiente

Se studenti e lavoratori studiano e lavorano da casa, a beneficiarne è soprattutto l’ambiente. Secondo una recente indagine dell’Enea, condivisa anche dal Sole 24 Ore, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha dimostrato che l’incentivazione dello smart working e dell’e-learning portano anche a un’importante riduzione delle emissioni di CO2, e non solo.

Secondo la ricerca, infatti, per ogni lavoratore rimasto a casa due giorni a settimana, le emissioni di anidride carbonica sono state ridotte del -40%, pari a circa 600 kg in meno di CO2. Inoltre, lavorando o studiando da casa vengono ridotte anche le emissioni di ossidi di azoto, monossido di carbonio, PM10 e PM2,5.

A migliorare non sono quindi solo le condizioni professionali e personali, ma anche quelle ambientali: tra riduzione dell’inquinamento e riduzione del traffico, i benefici sono ormai sotto gli occhi di tutti.

 

 

 

 

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