Combustibili fossili: ai minimi storici nel mix energetico UE

574

Secondo l’ultima analisi del sistema elettrico dell’UE compiuta da think tank EMBER nella prima metà del 2023, la quantità di elettricità generata da combustibili fossili è crollata di quasi un quinto, portando la quota di carbone, petrolio e gas terrestre nel mix energetico al minimo storico

Nella prima metà del 2023, l’apporto dei combustibili fossili nel mix energetico dell’UE, crollato del 17%, è stato pari al 33% della domanda, rappresentando la quota più bassa mai registrata; la domanda di elettricità è diminuita del 5%; la produzione da solare ha registrato un aumento del 13%; il nucleare ha prodotto il 4% in meno di elettricità.

Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto EU fossil generation hits record low as demand falls” pubblicato il 30 agosto 2023 da EMBER, think tank globale indipendente che focalizza le sue analisi sui cambiamenti di generazione dell’energia elettrica.

I dati arrivano appena un giorno dopo che un nuovo Rapporto dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha confermato che la competitività dei costi per nuovi progetti di energie rinnovabili continua a crescere, nonostante le pressioni inflazionistiche in alcuni mercati.

Tra gennaio e giugno, nell’insieme dei 27 Paesi membri i combustibili fossili hanno fornito 410 terawattora (TWh) di energia elettrica, di cui quella generata dal carbone è diminuita di ben il 23% e quella del gas del 13% dal 2022. A maggio, il carbone ha stabilito un record negativo rappresentando per la prima volta meno del 10% della produzione totale di elettricità dell’UE.

Sono stati stabiliti record per la più bassa produzione totale di combustibili fossili per il periodo in 14 Paesi, tra cui Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Italia, Polonia e Slovenia con una produzione fossile più bassa almeno dal 2000.

Anche le importazioni di gas russo sono diminuite drasticamente del 75% a 13 miliardi di metri cubi nella prima metà del 2023, in calo rispetto ai 50 miliardi di metri cubi della prima metà del 2022. Una volta individuate alternative alla fornitura di gas russo e ricostituiti gli stoccaggi nell’UE, i prezzi del gas sono scesi al di sotto i picchi nel 2022. Ciò ha contribuito al calo dell’energia a carbone nella prima metà di quest’anno.

Il solare ha guidato l’aumento della produzione di energia rinnovabile, in crescita del 13% rispetto allo scorso anno, mentre quella eolica è cresciuta del 5% e quella idroelettrica si è ampiamente ripresa dal calo osservato nel 2022, aumentando dell’11%. L’energia nucleare ha continuato a diminuire nella prima metà di quest’anno, scendendo del 4%, ma si prevede che migliorerà nel 2024.

Nella prima metà del 2023, ben 17 Stati membri hanno generato una produzione record di elettricità da fonti rinnovabili, con Grecia e Romania che hanno superato il 50% per la prima volta, e Danimarca e Portogallo hanno raggiunto entrambi il 75%. In paesi come Spagna e Polonia, l’energia solare a volte è stata interrotta per evitare reti elettriche sovraffollate o perché era più economico interrompere l’energia solare che spegnere le centrali elettriche a combustibili fossili.

Ci sono stati punti caldi di congestione della rete e di riduzione delle energie rinnovabili – ha riferito Chris Rosslowe, Analista senior Energy & Climate Data di EMBER – Quel che potrebbe essere fatto in maniera rapida è di accelerare la distribuzione dello stoccaggio sulla rete. I progetti di stoccaggio delle batterie possono essere realizzati molto rapidamente”.

La domanda di elettricità nell’UE-28 è scesa del 5% nella prima metà del 2023 poiché i prezzi elevati dell’energia hanno determinato una maggior attenzione da parte dei consumatori. Il consumo di elettricità è sceso al minimo storico di 1.261 TWh, inferiore perfino a quello di 1.271 TWh registrato durante l’anno pandemico 2020, rappresentando la domanda più bassa almeno dal 2008 per gli attuali Stati membri. Il rapporto ha rilevato che la diminuzione della domanda è stata in gran parte responsabile del calo dell’uso di combustibili fossili.

Il declino dei combustibili fossili è un segno dei tempi – ha affermato Matt Ewen, Analista di dati per l’Europa di EMBER e co-autore del Rapporto – Il carbone e il gas sono troppo costosi, troppo rischiosi e l’UE li sta eliminando, ma dobbiamo vedere l’energia pulita sostituire con maggior velocità i combustibili fossili. È urgentemente necessario uno sforzo massiccio, soprattutto sul solare e sull’eolico, per sostenere un’economia resiliente in tutta Europa”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here