La corsa folle al rialzo dei tassi di interesse potrebbe essere arrivata al picco

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Tassi di interesse stabili sui livelli attuali? Sembrerebbe davvero arrivato il tanto atteso picco del costo del denaro in Europa. Dopo 10 rialzi consecutivi, più voci all’interno del direttivo della Bce sembrano lasciar presagire una situazione di questo tipo. A partire dal governatore della Banca di Francia e membro del board di Francoforte, Francois Villeroy de Galhau, che ha dichiarato come la Banca centrale europea, a suo avviso, abbia concluso il proprio ciclo rialzista. “Oggi penso che non ci sia ragione per un ulteriore rialzo dei tassi”, ha spiegato Villeroy de Galhau. “C’è un gran dibattito in merito al picco dei tassi: dovremmo invece parlare di un plateau e restare su questo livello tutto il tempo che sarà necessario”. Una visione confermata dalla presidente della Bce, Christine Lagarde. “I tassi d’interesse della Bce hanno raggiunto un livello che, se mantenuto per un periodo sufficientemente lungo, contribuirà in maniera decisiva a riportare al più presto l’inflazione verso il nostro obiettivo del 2%. Obiettivo che riusciremo certamente a raggiungere”. E’ quindi chiaro ormai, l’intento della Banca centrale europea di mettere la parola fine a ulteriori rialzi mantenendo tuttavia il costo del denaro sui livelli attuali per un periodo di tempo medio-lungo. Il tempo necessario per consentire di scaricare i propri effetti sul costo della vita riportando l’inflazione europea dall’attuale 5% fino al target del 2%. Un obiettivo che, secondo gli esperti, non sembra destinato ad arrivare nel brevissimo tempo inducendo così a spostare in avanti le prospettive di un’inversione di tendenza sul fronte dei tassi di interesse che potrebbero tornare a scendere non prima dell’inizio del 2025.

 

I tassi dei mutui oggi

L’effetto delle attese sui movimenti dei tassi di interesse in relazione all’andamento dei mutui appaiono evidenti. In questa fase di stabilizzazione l’impatto delle nuove politiche risultano particolarmente evidenti, soprattutto se si guarda ai parametri di indicizzazione di lungo periodo, da qualche tempo in frenata, come l’IRS (l’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso). Questo è stato il primo tasso d’interesse ad aumentare nella primavera 2022, per poi stabilizzarsi attorno al 3%. A fine gennaio 2022, per esempio, l’Irs 10 anni valeva +0,4%, ad aprile 2023 +2,9% e a inizio ottobre si attesta su +3,47%. Lo stesso si può dire per l’Irs 20 anni, che a fine febbraio segnava +3% e ora +3,43%.

Gli Irs che guardano al futuro più lontano, ovvero 25, 30 e 40 anni, presentano un valore più basso, rispettivamente +3,31%, +3,19% e +3,01%, segno ulteriore dell’attesa di un rallentamento dei tassi. Una situazione anomala rispetto, perché di solito i finanziamenti a lunga e lunghissima durata risultano i più costosi. Risultato, un mutuo a tasso fisso attualmente parte da un TAN attorno al +3,5%, grazie a interessanti campagne promozionali che premiano aspetti come lunghe durate, importi elevati e abitazioni in classe energetica A o B, per cui sono previste importanti riduzioni sullo spread e sulle spese di istruttoria.

“Oggi un mutuo trentennale di 100.000 euro con TAN +3,50% comporta una rata di 449 euro al mese, mentre un mutuo ventennale, quindi più breve, per la stessa cifra e TAN +3,55% determina una rata di 582 euro, quindi circa 130 euro in più a dimostrazione dell’anomalia di questo periodo”, spiega Angelo Spiezia, amministratore delegato di Telemutuo che suggerisce di orientare la scelta verso un mutuo di medio/lunga durata per approfittare dei tassi minori, procedendo poi con eventuali estinzioni parziali o totali nel caso in cui si volesse chiudere il prestito prima della sua naturale scadenza, con un buon risparmio complessivo sugli interessi.

Contrariamente all’Eurirs, l’Euribor, ovvero l’indice più diffuso per i mutui a tasso variabile, è aumentato più lentamente nel corso del 2022, passando dal terreno negativo a quello positivo soltanto nel mese di agosto, ormai più di un anno fa, quando ha cominciato la sua corsa al rialzo.

“A fine estate 2022 la differenza tra fisso e variabile ha cominciato a ridursi gradualmente, finché la forbice tra i due valori è diventata pressoché inesistente e poi è addirittura aumentata in direzione opposta”, continua Spiezia. “Anche questa è una situazione piuttosto anomala che perdura da tempo, dato che il tasso variabile di solito è inferiore al tasso fisso. Oggi, l’Euribor 1 mese vale +3,858%, l’Euribor 3 mesi +3,951%, l’Euribor 6 mesi +4,138%, l’Euribor a un anno +4,198%.Di conseguenza, attualmente il tasso variabile va oltre il 4%, con una considerevole differenza rispetto al tasso fisso”.

Bisogna comunque aspettarsi che la rata mensile per i finanziamenti a tasso variabile possa salire ancora un po’. Calcolando che negli ultimi 12 mesi c’è già stato un aumento medio di almeno 200 euro a seconda dei casi, chi ha questo tipo di finanziamento in corso può quindi valutare con la propria banca la possibilità di rinegoziare il mutuo, passando dal tasso variabile a quello fisso senza costi aggiuntivi, come previsto dalla legge di bilancio per il 2023, oppure può chiedere una surroga verso il tasso fisso a un nuovo istituto di credito, in modo da mettersi al riparo dal rischio di ulteriori rialzi.

 

Tassi dei mutui: previsioni

Quale sarà l’evoluzione nei prossimi mesi? Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Telemutuo i tassi d’interesse non avranno più l’andamento galoppante visto finora, ma per il 2023 sarà comunque difficile ipotizzare una discesa del costo del denaro, alla luce anche delle ultime dichiarazioni da parte dei vertici della Bce.

È anche vero che, nella fase attuale, è molto difficile fare previsioni a lungo termine. Bisogna quindi valutare attentamente i mercati in tempo reale: imprevedibili eventi futuri potrebbero influire sia in positivo che in negativo.

Comprare una casa resta tuttavia conveniente, perché stiamo parlando comunque di tassi d’interesse vantaggiosi rispetto all’andamento storico, come emerge dal rapporto mensile dell’Abi (Associazione banche italiane): ad agosto 2023 il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è stato del 4,29% (più che raddoppiato rispetto al 2,05% di giugno 2022), ma a fine 2007 era addirittura del 5,72%.

La grande propensione degli italiani all’acquisto dell’abitazione, sia per uso proprio sia come investimento, potrebbe eventualmente favorire nei prossimi mesi una maggiore concorrenza nel mercato dei mutui e un abbassamento dei prezzi nel settore immobiliare.

Mutuo a tasso fisso o variabile?

In questo scenario, come individuare il tasso più conveniente? Oggi la maggior parte dei mutuatari si rivolge verso il tasso fisso per tutelarsi dal rischio di possibili, ulteriori rialzi della rata a seguito dell’aumento del costo del denaro in Europa. Nonostante questo, sono sempre di più gli istituti di credito interessati a dirottare i propri clienti verso il tasso variabile, più remunerativo e meno vincolante per i bilanci delle banche.

“Vista l’incertezza sull’andamento dei tassi di interesse e le difficoltà riscontrate dalla Bce nel contenimento dei livelli di inflazione in Europa, al momento la soluzione più indicata per chi vuole acquistare una casa è sicuramente il mutuo a tasso fisso”, avverte Spiezia. “Qualora il trend del costo del denaro Ue dovesse invertire la rotta, sarà sempre possibile ricorrere allo strumento della surroga (gratuito per il mutuatario) trasformando il finanziamento a tasso fisso in un mutuo a tasso variabile. Per chi invece volesse seguire un approccio prudenziale fin da subito, esiste la possibilità di sottoscrivere un mutuo con tasso rinegoziabile che, per contratto, offre la possibilità al mutuatario di rivedere le condizioni del proprio finanziamento a scadenze predeterminate di 5 o 10 anni a seconda delle offerte delle singole banche”.

Oltre al tasso variabile puro, sul mercato sono infatti disponibili alcune soluzioni alternative, che, pur avendo un tasso variabile, permettono di limitare e gestire gli aumenti del costo del denaro, ovvero il mutuo a rata costante (in cui è la durata complessiva del finanziamento a variare), il mutuo con Cap (tetto massimo), il mutuo misto o con opzione.

Le altre tipologie di mutuo

Al di là della scelta tra tasso fisso e tasso variabile, esistono numerose tipologie di mutuo da valutare al momento della scelta del rimborso ideale per finanziare l’acquisto di una casa o la sua ristrutturazione. Accanto ai tradizionali mutuo prima casa (anche nella versione mutuo 100%) e mutuo seconda casa, per chi ha intenzione di comprare un’abitazione ad alta efficienza energetica esiste il mutuo green, indicato anche se si acquista un immobile costruito secondo i principi della bioedilizia, oppure se si ristruttura un vecchio appartamento, migliorandone le prestazioni. Se invece si vogliono sfruttare le agevolazioni edilizie previste dal governo, come il Bonus Ristrutturazione o il Superbonus 110%, si può chiedere il mutuo ristrutturazione oppure un mutuo liquidità.

Per chi invece sta già pagando un finanziamento per l’acquisto della casa, esiste sempre l’opzione della surroga, ovvero il passaggio a un nuovo mutuo, stipulato con una banca diversa. Una possibilità che, in passato, con i tassi ai minimi storici, è stata sfruttata da molti mutuatari e che ora può rappresentare la strada da percorrere per chi vuole tutelarsi dal rischio di nuovi aumenti dei tassi passando a un mutuo a tasso fisso o a un variabile con cap.

Mutuo giovani, scadenza rimandata a fine anno

Per i giovani in cerca di una casa, parte delle agevolazioni previste dal governo per gli under 36 sono state prorogate al 31 dicembre ma non c’è ancora visibilità su cosa potrebbe succedere dopo quella data.

Ancora pochi mesi, dunque, per chiedere al Fondo di Garanzia Mutui Prima Casa, istituito nel 2013 e gestito da Consap, di fare da garante fino all’80% del prestito concesso, ottenendo così un mutuo al 100%. Una misura a cui possono accedere gli under 36 (ma anche i nuclei monogenitoriali con figli minori) che possiedono determinati requisiti, tra cui un indicatore Isee non superiore a 40.000 euro annui.

Per poter presentare la richiesta a Consap entro il 31 dicembre è però necessario avere già individuato l’immobile ed avere in corso una trattativa di compravendita: ciò significa che bisogna avere già avanzato una proposta d’acquisto, che deve anche essere stata accettata dal venditore, oppure avere stipulato un contratto preliminare.

Per gli under 36 è prevista per tutto il 2023 anche l’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale in sede di rogito, il riconoscimento di un credito d’imposta per chi compra da impresa soggetta ad Iva e l’esenzione dall’imposta sostitutiva del mutuo. In alternativa, i giovani possono valutare le offerte di mutui oltre l’80% che alcune banche hanno ideato per questa fascia d’età, anche senza la garanzia Consap.

Fondo Gasparrini per i mutui prima casa

Un’altra novità riguarda il Fondo Gasparrini. Come già successo nella prima fase dell’emergenza Covid-19, anche per il 2023 la possibilità di accesso è stata allargata a una platea più ampia, grazie a uno stanziamento di 430 milioni di euro. Attraverso questo fondo possono chiedere di sospendere il pagamento delle rate del mutuo alcune specifiche categorie di persone, come i lavoratori che sono in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro, i liberi professionisti o le partite Iva con difficoltà economiche, le cooperative edilizie.

Mutuo rinegoziabile da variabile a fisso

Con il 2023 è tornata in vigore, infine, una legge del 2012, che prevede la possibilità di rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al fisso. Un’opzione prevista solo su finanziamenti fino a 200mila euro, per mutuatari con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti. Infine, è possibile godere di uno sconto fiscale del 50% sull’Iva per l’acquisto dalle imprese costruttrici di abitazioni in classe energetica A e B, effettuato entro il 31 dicembre 2023.

Sconto fiscale per case green

Infine, è possibile godere di uno sconto fiscale del 50% sull’Iva per l’acquisto dalle imprese costruttrici di abitazioni in classe energetica A e B, effettuato entro il 31 dicembre 2023.

Come già anticipato, in questo caso è anche possibile stipulare un mutuo green, in questo momento particolarmente interessante: sulla scia del gradimento riscosso dagli immobili con prestazioni energetiche elevate, infatti, vari istituti di credito hanno avviato campagne promozionali che prevedono una riduzione dello spread pari a 0,35-0,40% rispetto al tradizionale sconto di 0,10%. Un’offerta che si rivela conveniente, soprattutto sul lungo periodo: considerando per esempio con un mutuo da 100.00 euro con durata 20 o 30 anni si può ottenere una riduzione della rata di circa 20 euro al mese, che alla fine del piano di ammortamento porterà ad un risparmio complessivo rispettivamente di circa 5.000 e 7.000 euro.

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