Il futuro della logistica in Italia: sostenibilità, efficienza e innovazione al centro dell’agenda del Freight Leaders Council

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Importante convegno sulla multimodalità all’Università di Trieste. Visita privata all’ innovativo hub intermodale di Trieste-Fernetti. Il presidente FLC Massimo Marciani: “Maggiore sostegno al trasporto intermodale per raggiungere gli obiettivi di riequilibrio modale”

Una logistica efficace e sostenibile è fondamentale per migliorare la competitività del sistema produttivo italiano, in cui le esportazioni rappresentano il 30% del PIL.  Pertanto, diventa cruciale non solo recuperarne l’efficienza, ma farlo seguendo percorsi di sostenibilità e resilienza. In questo contesto, il Quaderno numero 31 dell’associazione Freight Leaders Council (FLC), “Multimodalità: più efficienza, meno costi, maggiore velocità di consegna”, presentato ieri pomeriggio nel corso del convegno che si è tenuto presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche del Linguaggio, dell’ Interpretazione e della Traduzione dell’Università di Trieste, propone un approccio innovativo, basato sul concetto di “seamless freight transport system“, che coinvolge tutte le componenti dell’ecosistema logistico, andando oltre il semplice trasporto di merci o il mezzo di trasporto.

I soci FLC in visita all’Innovation Hub di BAT

“Il trasporto intermodale deve poter essere una valida alternativa al trasporto su strada – ha dichiarato Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council –. Come rileva la Corte dei Conti dell’Unione Europea il sostegno non è stato sufficiente, ma occorre cambiare il punto di vista e coinvolgere tutta la filiera, compreso chi produce le merci e chi le consuma. In questo il Freight Leaders Council è in prima linea con le indicazioni che sono presenti nel Quaderno 31 e che sono state confermate da autorevoli stakeholder nell’evento di oggi.”

“L’esempio virtuoso del Porto di Trieste, già oggi primo porto ferroviario d’Italia e che mira a raggiungere entro pochi anni una capacità di 25.000 treni/anno, dimostra come l’intermodalità possa rappresentare un modello competitivo che può e deve essere replicato su scala nazionale – ha commentato Massimo Campailla, Professore di Diritto della Navigazione e dei Trasporti all’ Università di Trieste –. Inoltre il luogo comune secondo cui le maggiori resistenze al riequilibrio modale sarebbero da imputare alle imprese autotrasporto potrebbe rivelarsi infondato: la oramai cronica carenza di autisti e le difficili condizioni in cui spesso questi si trovano ad operare lasciano sperare che il trasporto stradale di merci possa trovare conveniente ricercare un punto di equilibrio sinergico con l’intermodalità ferro/gomma.”

La presentazione del Quaderno 31

Al convegno, aperto dai saluti del Direttore IUSLIT dell’Università di Trieste, Gian Paolo Dolso, hanno partecipato, oltre a Marciani e Campailla:

Alessandro Albertini, Presidente ANAMA ­- Zeno D’Agostino, Presidente ESPO – Sabrina De Filippis, AD Mercitalia Logistics – Armando de Girolamo, Presidente Assoferr – Alberto Milotti, Vice-Presidente Europlatform – Umberto Ruggerone, Presidente Assologistica – Nicola Zaccheo, Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART).


Lo studio evidenzia che il trasporto su strada rappresenta l’87,8% del totale del trasporto merci terrestre in Italia, ma ciò comporta un significativo impatto ambientale. Per ridurre le emissioni di CO2 e affrontare questa sfida, sono necessari cambiamenti sostanziali. Le politiche europee di shift modale, promuovendo il trasferimento delle merci su ferrovia e mare, possono contribuire significativamente a questa trasformazione. Tuttavia, è essenziale riflettere sulla tempistica e l’efficacia delle politiche europee per la decarbonizzazione del settore, concentrandosi su azioni concrete come l’aumento della capacità delle infrastrutture esistenti e la promozione dell’intermodalità. Inoltre, migliorare l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto, utilizzando strumenti informatici e di intelligenza artificiale, può contribuire al riequilibrio modale e alla riduzione delle emissioni di CO2. La sostenibilità ambientale è una priorità, promossa in Italia da incentivi come Marebonus e Ferrobonus, ma è necessario un approccio più focalizzato e migliorato per massimizzare i risultati positivi.

L’innovazione, la sostenibilità e l’efficienza nella logistica sono stati anche i temi al centro della visita, organizzata in esclusiva per i soci del Freight Leaders Council (FLC), al Porto di Triesteall’Innovation Hub di BAT e all’Interporto di Trieste: questo svolge un ruolo chiave nella promozione della multimodalità e della sostenibilità della logistica nazionale e internazionale e funge da gateway per i flussi commerciali tra l’Europa centrale, l’Europa orientale e il Mediterraneo.

La visita ha permesso di apprezzare da vicino le infrastrutture e le soluzioni logistiche innovative offerte dalla struttura, aprendo nuove opportunità di scambio di conoscenze per migliorare ulteriormente il settore a livello globale.

Il convegno si è tenuto in collaborazione con l’Università di Trieste e con la partecipazione di Trieste Trasporti SpA.

Il Freight Leaders Council da 30 anni contribuisce allo sviluppo della logistica sostenibile e dell’intermodalità. Libera associazione privata, apartitica e senza scopo di lucro tra aziende attive in ogni fase della supply chain, il FLC formula pareri, giudizi e indirizzi rivolti alle istituzioni, agli addetti ai lavori e all’opinione pubblica. Oggi intende proporsi come un Think Tank a sostegno di una logistica che si dimostra ogni giorno di più “l’industria delle industrie”.

 

 

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