Mutui, possibile taglio di 25 punti base a marzo

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Quasi 24.000 euro di risparmio sul costo di un mutuo da 200.000 euro in 30 anni. A tanto ammonta il primo effetto psicologico scontato dai mercati relativo a una possibile inversione di rotta da parte della Bce sul fronte del costo del denaro in Europa.

Lasciata alle spalle la lunga serie di rialzi che in poco più di un anno ha portato il livello dei tassi di interesse in Europa al 4,50%, la frenata delle pressioni inflazionistiche e la difficile congiuntura economica della zona euro dovrebbero portare il board di Francoforte a riprendere la stretta monetaria a partire dal mese di marzo prossimo con un primo taglio di 25 punti base a cui dovrebbe seguirne un secondo di pari importo nel mese di giugno. Mentre un ulteriore taglio dello 0,50% potrebbe avvenire nella seconda metà del 2024 portando così il livello dei saggi in Europa al 3,50%. Queste almeno le scommesse degli analisti a cui non hanno fatto seguito rassicurazioni da parte della Bce. Ma la mancanza di smentite è stata intesa come una rassicurazione da parte del mercato che ha iniziato a scontare un possibile scenario ribassista con il tasso Irs che ha iniziato a muoversi verso il basso portando con sé un primo importante ribasso sul costo dei mutui a tasso fisso.

«L’effetto del possibile cambio di rotta da parte della Bce è sotto gli occhi di tutti», ha spiegato Angelo Spiezia, amministratore delegato di Telemutuo. «In poche settimane abbiamo registrato un andamento in discesa del costo di finanziamento per i mutui a tasso fisso mentre l’indice Euribor a cui sono legati i mutui a tasso variabile per ora non ha fatto registrare una variazione significativa. Un motivo in più per continuare a scegliere il fisso rispetto al variabile in questa fase di mercato».

In base alle analisi dell’Ufficio Studi di Telemutuo, infatti, tra metà novembre e metà dicembre il tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso è passato dal 3,67% al 3,05% determinando un effetto economico significativo per chi deve accendere un finanziamento ipotecario.

Nel caso di un mutuo da 100.000 euro, per esempio, la rata mensile ha registrato una contrazione di 31,63 euro per le durate a 20 anni e di 33,28 euro allungando la duration a 30 anni. Questo si traduce in un risparmio, a fine ammortamento, compreso tra i 7.951 e gli 11.980 euro.

La convenienza è ancora più evidente all’aumentare dell’importo finanziato. Per un mutuo da 150.000 euro, infatti, il risparmio sulla rata mensile in appena un mese si è attestato rispettivamente a 48 e 50 euro per le durate di 20 e 30 anni. A fine ammortamento, questo vuol dire un risparmio di 11.520 euro per il ventennale e addirittura di 18.000 euro per il trentennale.

Allargando la base finanziata a 200.000 euro, il calo dell’Irs si è tradotto in un risparmio di 63,26 euro al mese per i mutui a 20 anni e di 66,56 euro per quelli a 30 anni. Al termine del finanziamento, tutto questo porterà al mutuatario un risparmio di 15.182 euro per il ventennale e di 23.961 euro sulla durata di 30 anni.

Tasso al 15/11/2023

Rata in € al 15/11

Tasso al 18/12/2023

Rata in € al 18/12

Risparmio mensile (€)

Risparmio a fine ammortamento con tassi ridotti (in €)

Finanziamento da 100.000 euro

tasso fisso 20 anni

3,67% (spread 0,55%)

588,73

3,05% (spread 0,55%)

557,1

-31,63

7591

tasso fisso 30 anni

3,7% (spread 0,8%)

460,28

3,1% (spread 0,8%)

427

-33,28

11.980

Finanziamento da 150.000 euro

tasso fisso 20 anni

3,67% (spread 0,55%)

883

3,05% (spread 0,55%)

835

-48

11.520

tasso fisso 30 anni

3,7% (spread 0,8%)

690

3,1% (spread 0,8%)

640

-50

18.000

Finanziamento da 200.000 euro

tasso fisso 20 anni

3,67% (spread 0,55%)

1177,46

3,05% (spread 0,55%)

1114,2

-63,26

15.182

tasso fisso 30 anni

3,7% (spread 0,8%)

920,56

3,1% (spread 0,8%)

854

-66,56

23.961

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