È un agile pamphlet per raccontare l’invisibile “dittatura” degli algoritmi, la trasformazione del lavoro e la conseguente ridefinizione dei gruppi sociali. Il libro si chiama “La Dittatura degli Algoritmi. Dalla lotta di classe alla class action”, e l’autore è Paolo Landi.
Il tutto nell’illusoria mobilità che la democrazia fittizia di Internet incoraggia, mentre cambiano modelli e aspirazioni, verso un futuro dove l’homo novus sarà un “gemello digitale” ridisegnato dalla tecnologia.
Cosa c’entrano gli algoritmi con la lotta di classe?
Di algoritmi si parlava già nel IX secolo d.C. visto che il termine è la trascrizione latina del nome del matematico persiano Al-Khwarizmi; oggi la parola è circondata da un’aura di modernità, rilanciata dai calcoli informatici che governano le nostre vite digitali.
La lotta di classe sembra invece un’espressione talmente obsoleta, che riesumarla per farne strumento di analisi della nostra epoca, è la sfida di questo pamphlet, un tentativo di spiegare la comunicazione dei fenomeni sociali attuali in modo semplice, come eterna competizione tra la sottomissione e il potere. Nei social network le divisioni, gli antagonismi, le ostilità resistono: subiscono soltanto aggiornamenti psico-sociologici.
Gli algoritmi, impegnati a riunire in unità statistiche e sottoinsiemi il popolo del web, sono i moderni padroni delle masse, le orientano, le manovrano, e le masse – che sono dipendenti dai social fino a utilizzarli sul 91% della crosta terrestre – continuano ad essere sfruttate dal capitalismo digitale ma in modo nuovo, senza che se ne accorgano.
Riguardo l’autore
Paolo Landi, autore del recente Instagram al tramonto (La Nave di Teseo) si occupa professionalmente di comunicazione e ha pubblicato vari libri sull’uso consapevole dei media (da Lupetti, Sperling & Kupfer, Einaudi, Bompiani, La Scuola). Collabora a quotidiani e riviste e scrive abitualmente sul magazine online Doppiozero.
Il libro è disponibile sul sito di Krill Books oppure su tutti gli store e le librerie online.