Le cacciatrici e le scuole, si accende la discussione

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Le cacciatrici nelle scuole con i loro interventi in classe e le visite ai laghetti utilizzati per il richiamo degli uccelli migratori e il loro abbattimento sono una proposta contraria all’etica didattica e anche alle “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica” diffuse dal Ministero dell’Istruzione il 23 giugno scorso.

LAV ha scritto al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico per le Marche, Marco Ugo Filisetti, a seguito della presentazione nei giorni scorsi del progetto scuola delle cacciatrici di Federcaccia, che prevede attività che dietro una presunta conoscenza della fauna migratoria e locale nascondono un tentativo di avvicinare bambini e ragazzi alla pratica venatoria.

Molte voci si sono già levate contro questa proposta, che anche LAV ritiene assolutamente da escludere dal panorama scolastico, tanto più adesso che la Legge 20 agosto 2019, n. 92 – che ha reintrodotto l’educazione civica nel curricolo scolastico – stabilisce che “tutte le azioni sono finalizzate ad alimentare e rafforzare il rispetto nei confronti delle persone, degli animali e della natura” (art.3 comma 2).

L’inopportunità della presenza di cacciatori a scuola è rinforzata inoltre dai rischi per gli umani che le azioni venatorie producono. L’Associazione Vittime della Caccia redige ogni anno un bilancio dei morti e feriti dovuti all’uso di armi da caccia e molto spesso tra questi ci sono minori.

L’appello di LAV all’Ufficio Scolastico è dunque a scoraggiare in ogni caso l’accoglimento nelle scuole dell’iniziativa di Federcaccia.

 

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