No alle trivellazioni in Adriatico

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Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato la mozione presentata dal capogruppo dei Verdi, Adriano Cardogna, volta ancora una volta ad affermare la contrarietà dell’Assise marchigiana alle attività di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi dal mare Adriatico, questa volta prospettata dal cosiddetto decreto Sblocca Italia. Contrarietà già manifestata dalle Regioni Abruzzo e Puglia.
Ciò appare incredibile – afferma Cardogna – proprio nel momento in cui il mare Adriatico è uno dei pilastri fondamentali della Macroregione Adriatico – Ionica, proprio nel momento in cui la nostra Regione – ma l’Italia tutta – dovrebbe spingere sul turismo, corriamo dietro alla Croazia che, in assenza di regole comuni certe in materia, sta portando avanti una politica di sfruttamento indiscriminato dei giacimenti presenti nei tratti prospicienti le proprie coste”.

“Per questo – continua il consigliere dei Verdi – con la mozione approvata impegniamo e diamo mandato al Presidente della Giunta regionale, Gian Mario Spacca, a rivolgere una formale richiesta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Governo centrale affinché rivedano con urgenza, in sede di conversione, i contenuti del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 (c.d. decreto Sblocca Italia) relativamente al settore energetico, ripristinando l’assetto di competenze istituzionali nella materia di cui alla legislazione previgente e affinché si attivino, in sede di Unione Europea, per la definizione di un quadro normativo certo in campo ambientale, avendo come punto di riferimento imprescindibile la tutela e la salvaguardia dei territori”.

“Siamo sicuri che il Presidente Spacca – conclude Cardogna – con la consapevolezza dei vari atti già approvati dal Consiglio regionale che hanno espresso in maniera chiara ed inequivocabile la ferma contrarietà della comunità regionale ad ogni ulteriore attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e che hanno visto l'istituzione regionale farsi altresì promotrice, sulla scia di analoghe iniziative intraprese da altre Regioni dell’Adriatico, di una proposta di legge alle Camere recante il divieto generalizzato di tali attività nei tratti prospicienti le proprie coste, sarà garante – in tutte le sedi istituzionali – della comunità marchigiana anche in questa battaglia per l’ambiente.”

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