Pubblicati i dati ministeriali: l’università di Trieste tra gli atenei “virtuosi”

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All\’esito dell\’annuale verifica, volta ad accertare la consistenza della spesa che le università sostengono per il proprio personale, in rapporto all\’entità del finanziamento statale loro erogato, il Ministero dell\’Istruzione, dell\’Università e della Ricerca ha informato che l\’Università di Trieste risulta attestarsi, per l\’anno appena conclusosi, al di sotto della percentuale del 90% nel rapporto tra spesa stipendiale e fondo di finanziamento ordinario. In particolare, il documento ministeriale quantifica tale rapporto al 89,82. Come noto, il superamento della soglia percentuale del 90% comportava, già dal 1998, limitazioni al reclutamento di organico a tempo indeterminato: limitazioni inasprite, da ultimo, con il divieto totale di assumere personale di ruolo, introdotto dalla legge n. 1 del 2009 (cosiddetta “legge Gelmini”). L'Università di Trieste si era trovata per la prima volta sopra la soglia del 90% nel 2006 (90,2%) e vi era restata negli anni successivi: al 91,64% nel 2007 e al 92,59% nel 2008. Tale situazione aveva comportato, con l'entrata in vigore delle disposizioni della legge Gelmini, il blocco di ogni procedura di assunzione, a partire dal 2009. L'inversione che si registra ora – fatto più unico che raro in uno scenario nazionale che vede accrescersi il numero degli Atenei prossimi a superare, o già sopra, la soglia del 90% – è il frutto di precise azioni adottate dall'Università di Trieste, a partire dal 2007: azioni concretizzatesi, da un lato, nell'adozione di ogni leva prepensionistica consentita e, dall'altro, di incentivi al pensionamento volontario.
“Si tratta di un dato di grande significato, che desta legittima soddisfazione, pur in un contesto sistemico che continua a suscitare forte preoccupazione – adetto il Rettore Francesco Peroni -. La soddisfazione va tutta per un traguardo che la comunità universitaria triestina ha conseguito esclusivamente con le proprie forze: se oggi l'Università di Trieste entra a far parte della sempre più ristretta cerchia degli Atenei totalmente “virtuosi” – quelli cioè che, oltre a essere sotto la soglia del 90%, vantano il pareggio di bilancio – questo si deve ai sacrifici che, nell'ultimo triennio, l'Ateneo giuliano ha responsabilmente compiuto, perseguendo, con tenacia e coesione, l'obiettivo del risanamento. Il mio pensiero di gratitudine va dunque a tutti coloro – e sono la stragrande maggioranza – che hanno condiviso questo disegno, permettendone la realizzazione: oggi possiamo dire che non uno di quei sacrifici – a cominciare dai prepensionamenti – è stato sterile".
"Ora ci aspettiamo che questo straordinario traguardo ottenga un congruo riconoscimento e ci batteremo, presso il Ministero e le istituzioni competenti, perché si affermi sempre più il principio del finanziamento su logica di risultato – ha precisato il Rettore -: l'Università di Trieste ha già dimostrato di eccellere sotto il profilo dei risultati della propria produzione scientifica e della propria qualità formativa, vedendosi riconoscere, lo scorso anno, un finanziamento ministeriale di oltre nove milioni di euro a titolo premiale. Risultati che ci proponiamo di presidiare e di rafforzare, con gli obiettivi strategici che stiamo perseguendo da tempo e che sono già in fase di avanzato compimento: tra questi, la riqualificazione dell'offerta formativa, ripensata in termini più attenti ai destinatari della nostra missione educativa e di minor sovrabbondanza; la riorganizzazione delle strutture scientifiche, mediante la loro aggregazione in dipartimenti più grandi, idonei a competere meglio nel mercato della ricerca scientifica; la politica di partnership con gli attori istituzionali del territorio, al fine di mettere in comune risorse e accrescere gli standard di competitività nazionale e internazionale. In questo scenario di forte dinamismo, l'Università di Trieste, con l'odierno traguardo, rivendica di essere sostenuta e riconosciuta anche per i risultati della propria gestione amministrativa. In particolare, perché tali risultati non siano vanificati, occorrerà correggere i tagli, assolutamente insostenibili per tutto il sistema universitario nazionale, che si annunciano per il 2011, in forza della “legge Tremonti””.

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