Austerity, targhe alterne, da 40 anni solite idee stupide…

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Già, l’inquinamento. Secoli e secoli a parlarne… verifiche, analisi, controlli… E non cambia mai niente. E’ proprio vero che questo mondo, sempre più in mano alla politica dell’ultimo minuto, si è fin troppo adeguato ai suoi tempi. E l’inquinamento (dalle scelte energetiche alla raccolta differenziata, alle emissioni in atmosfera) è troppo a lunga scadenza per diventare possibile merce di scambio in campagna elettorale. Si rinvia perché fa comodo. Si pensa sempre che ci sarà qualche altro che si occuperà dei problemi, ci sarà qualche altro che si prenderà la responsabilità di scelte impopolari… Ma, a furia di lasciare la palla in mano a chi verrà dopo, saremo presto costretti a prendere decisioni in fretta e in furia, avvelenati dall’aria che respiriamo nelle nostre città, nelle nostre zone industriali e nei nostri porti, coperti di tutta quell’immondizia che non abbiamo mai voluto differenziare per comodo e per disposizioni che sono cambiate con la stessa frequenza delle amministrazioni, non abituati ai cambiamenti climatici che verranno e di contro ormai anche senza petrolio e, per giunta, ancora senza un’idea chiara di alternativo e rinnovabile per quanto riguarda l’energia che non abbiamo mai saputo risparmiare. Certo cambiare le abitudini non è facile e questa è una vera e propria rivoluzione culturale a 360 gradi. Ma non siamo proprio noi quegli umani che si dicono eccitati dalle sfide? Ebbene, tutto questo lo è. Dimostriamo di saper pensare al futuro, al mondo che verrà, alle generazioni di domani. Fin qui mai una volta che la parola “lungimiranza” sia stata qualcosa di più di una semplice e vuota parola. Riempiamola di contenuto, impariamo a fare le nostre scelte. In fondo anche i politici ce li scegliamo: valutiamoli per quello che intendono fare oggi per il mondo di domani, cerchiamo di vedere un po’ al di là del naso!
Questo pianeta non ha più molto tempo a disposizione, gli interventi devono essere immediati.
Sono passati secoli e tonnellate di inquinamento, rifiuti, emissioni nocive nell’aria, da quel 2 dicembre 1973. Si chiamava “domenica d’austerity”, era nata per altri motivi (crisi petrolifera, prezzi alle stelle e necessità di centellinare l’oro nero…), ma ci permise di cominciare a parlare di solare, fonti alternative di energia… a 40 anni di distanza siamo alle stesse identiche chiacchiere e allo stesso stupido blocco di auto la domenica… Ma perché? L’ambiente non si salva in una domenica ogni tanto, ma se avessimo fatto mettere le radici alla nostra rivoluzione culturale già da allora, ora sarebbe una convinzione profonda…E probabilmente ci avevamo già tutti guadagnato in salute!
Leone di San Marco

Austerity, alternate plates, from 40 years usual foolish ideas…
Pollution. Words, analysis, controls…and nothing never change. This world, more and more in the hands of the last minute politics, it has entirely adapted at its times. And the pollution is too much long term in order to become goods of exchange in the election campaign. Soon we will be forced to take hurried decisions, poisoned from ourselves, not accustomed to the future climatic changes and without still know what the renewable energy is. Changing habits is not easy, it’s a real cultural revolution. Two centuries have gone by 2nd December 1973 “Sunday of austerity” was born for other reasons (oil crisis and necessity of sip the black gold), but it allowed us the introduction of the alternative energy sources. After 40 years we have the same chats and the unchanged block of car on Sunday. We can’t save the atmosphere one Sunday once in a while, but if we had put down roots to our cultural revolution, now we would have already benefit in health!

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