Adriatico-Ionio tutte le carte in regola per la macroregione

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“I profondi cambiamenti, anche in prospettiva, dei rapporti internazionali, impongono all’Unione Europea una sempre più convinta e coraggiosa presa di coscienza delle sue responsabilità, con il corollario di una crescente e attualizzata assunzione di tali responsabilità, a iniziare dalla nostra stessa più ampia casa europea”.
E’ in questo modo che il sottosegretario agli Affari Esteri, sen Alfredo Mantica è intervenuto al forum “ European macro-regions. Integration through territorial co-operation”, svoltosi a Bruxelles lo scorso 13 aprile. “Nel 2000 – ha sottolineato Mantica – i Capi di Governo ed i Ministri degli Esteri di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia adottarono la Dichiarazione di Ancona, lanciando l’Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI). Nel 2002 si aggiunse l’allora Unione di Serbia e Montenegro. Dal 2008 è operativo ad Ancona un Segretariato Permanente della IAI, finanziato dal Governo italiano e dalla Regione Marche. Oggi la IAI conta quindi otto membri, di cui tre dell’UE. Dei rimanenti cinque, la Croazia è prossima all’ingresso e gli altri quattro sono destinati, in un futuro che noi auspichiamo non lontano, ad entrare definitivamente nella casa europea. Occorre accompagnare, agevolandolo, tale processo. Fa peraltro piacere ricordare che nel 2000 ad Ancona erano presenti anche i massimi vertici dell’UE, testimonianza di una lungimirante condivisione di una visione strategica che, se ha già dato articolati risultati concreti, dopo un decennio può e deve compiere un decisivo salto di qualità, nell’interesse non solo della crescita economico – sociale e istituzionale dell’area, ma di un complessivo quadro di stabilità e sicurezza europea.
Nel corso della Presidenza italiana della IAI, che si concluderà il 5 maggio prossimo ad Ancona, con la riunione degli otto Ministri degli Esteri e la partecipazione istituzionale dell’UE e della Presidenza del Consiglio degli Stati del Mar Baltico, è stato firmato un Protocollo di cooperazione e altri tre sono pronti alla firma. Mentre la cooperazione istituzionale si rinnoverà il 29 aprile a Bari con la riunione dei Presidenti dei Parlamenti degli Stati membri. L’Italia condivide il recente, ancora necessariamente limitato, approccio UE sulle macro-regioni ed è convinta che valga la pena perseguirlo senza esitazioni nelle aree che si dimostrino mature per attuarlo. Occorre coraggio e lungimiranza strategica complessiva, considerato che il processo per la finalizzazione di una macro-regione richiede un arco temporale di qualche anno. La Commissione deve avere un ruolo decisivo in tale processo, agendo con saggezza e imparzialità fra le varie istanze e attori coinvolti. Ma non possiamo certo aspettare alcuni anni per vedere se un cosiddetto “progetto pilota” abbia successo, anche perché siamo assolutamente fiduciosi nel lavoro che la macro-regione del Mar Baltico ha già avviato e guardiamo con vivo interesse ai futuri lavori della macro-regione danubiana, non appena verrà formalizzata. L’Italia condivide altresì pienamente i tre “no” su cui è stata costruita la Strategia del Mar Baltico: no a nuovi fondi, no a nuova legislazione, no a nuove istituzioni. Va sottolineato che una macro-regione non solo rafforza la cooperazione, facilitando il consenso su temi di interesse comune, tra realtà territoriali di Stati membri appartenenti a una stessa area, ma contribuisce anche, in un’ottica sinergica, ad approfondire i rapporti con realtà territoriali limitrofe e Stati vicini, all’interno e all’esterno dell’UE. L’Italia, a nome anche di Grecia e Slovenia, è profondamente convinta che nel contesto attuale non possa mancare un’iniziativa che si sviluppi attorno ad una macro-regione del fianco sud dell’Europa.
Il bacino adriatico-ionico rappresenta quasi un “mare chiuso” e in prospettiva sempre più un “mare interno” all’UE. Costituisce inoltre un sistema caratterizzato da forti tratti comuni – storici, economici, culturali – e da rilevanti esperienze di integrazione. E’ un bacino che presenta analogie con l’area del Baltico, trattandosi in entrambi i casi di mari circoscritti, con problematiche e sfide simili ed entrambi “cerniere” tra Stati membri e Stati terzi. E’ allo stesso tempo lo sbocco marittimo naturale dell’area danubiana. L’Adriatico-Ionio ha, in definitiva, tutti i requisiti per configurarsi come macro-regione omogenea, per la quale sviluppare un approccio strategico fondato sulla similarità e sulla comunanza di problemi, opportunità e prospettive. Una macro-regione in grado di interagire senza sovrapposizioni e di creare sinergie con altre macro-regioni europee. Parliamo di un’area che si estende per oltre 600 mila chilometri quadrati e in cui vivono circa 100 milioni di persone. Territori già strettamente legati da svariate forme e diverse esperienze di cooperazione transfrontaliera: dall’Iniziativa Adriatico-Ionica al Programma IPA transfrontaliero “Adriatico”, all’Euroregione Adriatica, alla Rete delle Università UniAdrion, ed ai Forum dei Comuni e delle Camere di Commercio, per citare gli esempi più significativi. Come è avvenuto per il Baltico, ove preesisteva un consolidato tessuto di cooperazione tra i diversi Paesi, così per l’Adriatico e lo Ionio riteniamo che l’elaborazione di una strategia europea possa fare tesoro della pluralità di iniziative, programmi e progetti già in atto, dando ad essi una compiuta cornice europea e adattando gli strumenti a disposizione alle peculiarità delle varie realtà, senza per questo perdere di vista l’obiettivo complessivo e unitario di rafforzare la coesione di tutta l’UE.
Un importante valore aggiunto di questa strategia adriatico – ionica è la conferma di un fondamentale segnale politico ai Paesi dei Balcani occidentali di rinnovata attenzione a una prospettiva di concreta collaborazione, da sviluppare parallelamente al più complesso processo verso la futura adesione alla casa europea cui essi naturalmente appartengono. Pur consapevoli delle differenze di status rispetto ai membri dell’UE, siamo convinti che i Paesi che si affacciano sull’Adriatico-Ionio possano, d’intesa con la Commissione, individuare priorità condivise il cui perseguimento coordinato dia sostanza alla Strategia.
Il recente Vertice di Brdo e la Conferenza che la Presidenza spagnola, d’intesa con l’Italia, si prepara a tenere a Sarajevo, confermano che il rafforzamento della  cooperazione regionale e l’integrazione dei Balcani Occidentali nell’UE sono due facce della stessa medaglia. La creazione di una macro-regione adriatico – ionica verrebbe pertanto a costituire il necessario “incubatore politico” di un processo che è stato avviato con l’Agenda di Salonicco e di cui occorre oggi percorrere l’ultimo tratto.
Definiremo con i partner i settori operativi della strategia, ma credo possiamo già indicare – anche sulla base della nostra consolidata esperienza in ambito IAI – nella preservazione dell’ambiente, nello sviluppo dei territori, nel miglioramento dell’accessibilità e delle comunicazioni, le aree che per loro stessa natura si prestano perfettamente alla cooperazione all’interno della macro-regione. Avendo in mente le specificità proprie di un’area marittima, potrebbero inoltre essere presi in considerazione temi quali la pesca, le autostrade del mare, la sicurezza della navigazione e dei porti, la collaborazione tra le protezioni civili. D’altra parte, l’orizzonte che immaginiamo per realizzare la strategia è sufficientemente ampio da permetterci di allineare le priorità sulle quali lavoreremo con quelle che saranno indicate dalla Strategia 2020 ed emergeranno con le future prospettive finanziarie, ponendoci così perfettamente in linea con gli orientamenti strategici dell’UE in materia di sviluppo e di integrazione. Nel cantiere di una Strategia per l’Adriatico e lo Ionio, insieme agli Stati e alla Commissione, vediamo quali protagoniste le Regioni e le altre realtà territoriali in esse comprese, che vantano una lunga esperienza di cooperazione transfrontaliera, conoscono potenzialità, punti di forza e criticità dei rispettivi territori. Le Regioni sono spesso in grado di operare più efficacemente per realizzare progetti di concreto interesse decentrato per i cittadini, assicurando al contempo la coerenza con le politiche di sviluppo nazionali. Siamo, quindi, particolarmente lieti di potere esprimere proprio in questa significativa sede del Comitato delle Regioni l’auspicio, a nome anche di Grecia e Slovenia, che la macro-regione adriatico-ionica possa realizzarsi e porsi, nella nuova architettura di cooperazione transfrontaliera che si va configurando con le Strategie macro-regionali, quale motore attivo di una più stretta integrazione tra territori e popoli dell’UE e dei Paesi che aspirano ad entrarvi. Il tutto non escludendo che altri Paesi dell’area possano aderire a questa Strategia”.

Adriatic – Ionian, have all conditions for the macro region
“The deep changes, also in perspective, of the international relationships, impose at the European Union more and more convinced and brave consciousness raising of its responsibilities, with the add of a high and brought updated consciousness of such responsibilities, starting from our more wide European house”. These are the words of the undersecretary to the Foreign policies, Sen. Alfredo Mantica who has taken part to the forum “European macro-regions. Integration through territorial Co-operation”, that has take place to Brussels on 13th April. “In the year 2000 – he has emphasized – the leader of Government and the Ministers of the Foreign countries of Albania, Bosnia-Herzegovina, Croatia, Greece, Italy and Slovenia adopted the Declaration of Ancona, showing the Adriatic-Ionic Initiative (AII). In the year 2002 the Union of Serbia and Montenegro joined then. Since 2008 a Permanent Secretariat of the AII, financed by the Italian Government and the Marches Region is in force at Ancona. Today the AII has eight members, of which three of the EU About the five remaining, Croatia is going to enter and the other four are oriented, in the future we wish not far away, to enter definitively in the European house. It is necessary to facilitate, such this procedure. It’s important to remember that in the year 2000 at Ancona there were also the most important leaders of EU, this testify a strategic sharing vision that, if it has already given articulated results, after a decade it can and it must complete a critical changing, for the sake not only of the economic, social and institutional increase of the area, but of a total sight of stability and European safety. During the Italian Presidency of AII, that will finish next 5th May to Ancona 5, with the meeting of the eight Ministers of the Foreign countries and the institutional participation of the EU and the Presidency of the Council of the States of the Baltic sea, has been signed a Protocol of cooperation and others three are going to be signed. While the institutional cooperation will meet on 29th May to Bari with the meeting of the Presidents of the Parliaments of the Member States. Italy shares the recent, still inevitably limited, EU approach about the macro-regions and is sure that it is important to pursue it without hesitations in the areas that are ready to put into effect it. It is important to underline that a macro-region not only strengthens the cooperation, facilitating the agreement about common interests, between territorial areas of Member States belonging to a same territory, but it contributes also, in a synergetic optical, to deepen the relationships with territorial outback reality and States near and far from of the EU. Italy, by name of Greece and Slovenia, believe that now they puts into effect can’t lack an initiative that is develop around to a macro-region of the south side of Europe. The Adriatic-ionic river basin represents more and more nearly a “sea closed” and in perspective of an “inner sea” in the EU.
It constitutes moreover a system characterized from strong common elements historical, economic, cultural – and from important experiences of integration. We are, therefore, glad to be able to express the auspice, by name also of Greece and Slovenia, that the Adriatic-Ionic macro-region can come true reality and, in the new architecture of cooperation over the border, that is gone shaping with the macro-regional strategies, as active wheels of more tightened integration between territories and EU people and the Countries that wish to enter. We can’t exclude that other countries of the area can adhere at this strategy”.

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