Unioncamere: industria, la produzione cresce dello 0.7% nel primo trimestre

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Industria manifatturiera marchigiana in risalita. Nel secondo trimestre del 2010, secondo eldquo;Giuria della congiunturaerdquo;, lersquo;indagine periodica dei Unioncamere Marche, per la prima volta, dopo due anni di continua discesa, la produzione è tornata a salire (+0,7 per cento) rispetto allo stesso trimestre dellersquo;anno precedente. In crescita anche il fatturato (+0,8), gli ordinativi (+1,0) e le esportazioni (+2,5). Continua invece a soffrire, secondo i dati del Centro Studi Unioncamere, lersquo;artigianato che è ancora in fase recessiva (-1,5 per cento il calo produttivo, -1,6 gli ordinativi e endash;0,8 per cento il fatturato mentre solo lersquo;export registra un timido +0,7)). eldquo;Dalla nostra indagineerdquo; sostiene il presidente regionale Unioncamere Alberto Drudi eldquo;emerge che le aziende marchigiane, fronteggiando la situazione di crisi con una pronta riorganizzazione produttiva e commerciale, hanno compreso di poter essere in grado di affrontare i nuovi scenari economici, che richiedono una ricerca costante di miglioramento della qualità del prodotto, da sempre punto di forza del nostro sistema manifatturieroerdquo;. Fondamentale, secondo la rilevazione del Centro Studi Unioncamere, è il rilancio delle esportazioni. Nelle Marche le imprese esportatrici sono infatti il 21,2 per cento mentre il contributo dellersquo;export sul fatturato totale è del 32,8 per cento. Anche le imprese artigiane stanno consolidando la loro presenza allersquo;estero con il 12 per cento di imprese esportatrici ed una quota di fatturato derivante dalle vendite allersquo;estero, pari al 20,3 per cento. Guardando ai singoli settori manifatturieri, dallersquo;indagine Unioncamere emerge che è ancora il tessile abbigliamento a soffrire di più, con un calo della produzione del 7 per cento, del fatturato del 4,7 e degli ordinativi del 3,6 per cento. In calo anche produzione (-2,3 per cento) e fatturato (-1,5) delle industrie alimentari che registrano comunque una lieve ripresa (+0,5) degli ordinativi. Più o meno stabili o in leggera ripresa gli altri settori, con lersquo;exploit produttivo delle macchine elettriche ed elettroniche (+8,1) che registrano anche un incremento degli ordinativi del 9 per cento a cui non corrisponde, però, una analoga crescita del fatturato che si muove solo dello 0,7 per cento. Questo perché, pur di non perdere commesse, le imprese marchigiane hanno contenuto i prezzi che sono cresciuti appena dello 0,2 per cento sul mercato interno e dello 0,7 per cento su quello estero mentre le imprese artigiane hanno addirittura diminuito i prezzi sul mercato interno dello 0,1 per cento, aumentando quelli esteri della stessa percentuale.

I dati migliori, secondo lersquo;Unioncamere, sono quelli delle imprese oltre i 50 dipendenti che fanno registrare percentuali di crescita di produzione, fatturato ed ordinativi superiori allersquo;1 per cento mentre le aziende tra 10 e 50 addetti crescono meno e quelle con meno di 10 dipendenti vedono una contrazione di produzione ed ordinativi intorno al 2 per cento e del fatturato dellersquo;1 per cento. Analizzando i territori provinciali, si ha che il sistema produttivo anconetano ha margini di crescita del 2 per cento mentre si attesta sopra lersquo;1 per cento anche Ascoli Piceno. In lieve aumento i dati di Macerata e stabili le imprese di Fermo mentre Pesaro paga la crisi del tessile e le difficoltà di mobile e cantieristica e lamenta un calo produttivo dello 0,9 per cento e del fatturato dello 0,7 per cento. Secondo la eldquo;Giuria della congiunturaerdquo;, infine, si ha che le imprese che dichiarano di avere un sito web sono ormai il 43 per cento e il 37,4 per cento di quelle artigiane. Si tratta di numeri importanti ma che, secondo Drudi eldquo;dovrebbero crescere ancora, perché anche attraverso lersquo;informatizzazione e la promozione su Internet, passa la competitività del nostro sistema produttivo, specialmente sui mercati internazionalierdquo;. Ultimo elemento preso in considerazione dal Centro Studi Unioncamere è stata la Cassa integrazione, che ha registrato un ulteriore aumento degli interventi. Complessivi da 7,4 a 8,5 milioni di euro, a dimostrazione che gli effetti della crisi condizionano ancora la situazione occupazionale. In particolare ad aumentare è stata la cassa integrazione straordinaria in deroga (da 2,4 a 3,5 milioni di ore) e straordinaria (da 2,2 a 3,2 milioni di ore) mentre gli interventi in gestione ordinaria sono scesi da 2,7 a1,7 milioni di ore.

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