Ikea, il mito con gli scheletri nell’armadio

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Ikea, il mito con gli scheletri nell’armadio Ha scritto Severino Salvemini nel suo intervento di apertura del volume “Ikea. Mito e realtà” di Johan Stenebo, edito da Egea, che “ogni tanto togliere il dipinto dal chiodo e notare i buchi sottostanti è un utile esercizio per demitizzare, per riportare ciò che abbiamo eccessivamente consacrato verso un più sano principio della realtà. Nel caso di un celebrato capo azienda e di una fulgida organizzazione, questa operazione può addirittura aumentare la simpatia circostante nei loro confronti”. Ma aggiunge anche che “il mito IKEA è una leggenda abilmente costruita” e che, non essendo quotata in Borsa, “non soggiace alle regole di trasparenza e di disclosure e quindi può farsi aiutare da un’atmosfera di mistero che il mercato finanziario non ha diritto di spazzare via”. E’ in questa storia solo in bianco e nero che si inserisce il volume di Stenebo, mostrando al lettore anche le sfumature dello stile, non sempre ortodosso, di un imprenditore sicuramente abile, sicuramente con intuizioni a dir poco geniali, con uno spiccato senso degli affari e a volte anche egocentrico, complesso e abile nel circondarsi di yes man. Non è certo un libro contro il presidente Kamprad o contro l’azienda di Almhult, ma è un testo veritiero, una narrazione aziendale che a volte fa sorridere, a volte intenerisce, ma che racconta sempre in modo estremamente chiaro l’Ikea anche nelle carenze e debolezze del suo presidente, soprattutto dall’osservatorio privilegiato di chi, all’interno dei corridoi del potere dell’Ikea ha lavorato per venti anni, come direttore vendite in Germania, direttore store in Inghilterra, assistente personale di Ingvar Kamprad e dell’amministratore delegato Anders Moberg e come managing director di Ikea GreenTech AB, azienda del Gruppo che investe in “innovazioni verdi”, in grado, cioè, di migliorare l’ecosostenibilità nelle attività economiche di Ikea. Una lettura interessante di uno sviluppo ventennale, veicolando la cultura dell’eccellenza, con un motto che recita “Tutto ciò che l’Ikea fa, deve essere a prova di indagine”. Un mito indistruttibile e fortissimo, dal quale si rimane affascinati, anche nella lettura dei cosiddetti “scheletri nell’armadio”. D’altronde chi non ne ha, ci si chiede nel volume? Ikea, the myth with the skeletons in the closet
Severino Salvemini has written in his introduction of the book “Ikea Myth and reality” of Johan Stenebo, edit by Egea, that “Now and then to remove the painting from the nail and to look the below holes it is an useful exercise in order to reduce the myth, in order to bring back that we have extremely consecrated towards a healthier origin of reality. In the case of a celebrated manager and of a perfect organization, this operation can increase the surrounding consideration in their comparisons”. But it adds also “the IKEA myth that is a legend skilfully created” and that, not being quoted in the stock exchange, “It is not submitted to the transparency and disclosure rules and therefore it can be supported by a mysterious atmosphere that the financial market can’t sweep away”. A durable and strong myth, from which we can remain fascinated, also about the literature of “skeletons in the closet”. However who hasnt it any, it’s asked in the book.

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