Una Barlady con la passione per il vino

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Forse è proprio vero che si deve non essere italiani per apprezzare tutto quello che di bello e di buono abbiamo nel nostro Paese. E’ il caso di Eva Kottrova, sommelier ungherese che ha fatto della difesa del made in Italy la sua arte e la sua missione. Anche attraverso le sue “docenze enogastronomiche”…“Sì, in realtà sono incontri con piccoli gruppi di amici, non italiani, che conoscono bene il mondo del vino e alle quali racconto le caratteristiche dei prodotti italiani. Mio padre produce vino, ma questo non c’entra niente con quello che è il mio presente. Certo da piccola
l’ho accompagnato spesso nella vigna, ma per me era un gioco. Voleva un figlio che portasse avanti la tradizione
di famiglia cominciata da mio nonno. Ma non è stato il mio caso. Ho conosciuto la faccia nobile del vino solo quando sono arrivata in Italia e ho cominciato ad apprezzare ciò che prima non mi piaceva, fino a diventare sommelier”.
In che modo lei è ambasciatrice dei sapori tipici italiani?
“E’ una conseguenza di quello che dicevo poco fa: prendo molto a cuore certe caratteristiche dei prodotti italiani e non condivido affatto l’abuso che si fa della definizione di made in Italy. Se considera la differenza che c’è tra un prodotto e l’altro solo perché sono realizzati da “mani” differenti, capisce che cosa intendo e soprattutto si rende conto che gli stranieri poi arrivano a non apprezzare per niente quella tipicità, magari perché sono venuti a conoscenza di un suo surrogato! Insomma bisogna fare molta attenzione e a me piace far sapere la verità”.
In qualche modo anche questa è contraffazione. Ma come si può combatterla nel mondo, quando anche in Italia diamo libero accesso a tutto e non ci preoccupiamo delle mele o dei pomodori o del vino che vengono dalla Cina?
“Secondo me è impossibile eliminare la contraffazione! Ma sì, si dovrebbe difendere il made in Italy a cominciare dall’Italia. Ormai quasi tutto è “inquinato” e spesso andare a fare la spesa mette proprio tristezza! Bisognerebbe
fare come si faceva una volta, la spesa direttamente dai produttori, quella che adesso viene definita come “a chilometri zero”, ma il mondo è esageratamente grande ed è difficile arrivare dappertutto. Ma poi c’è da chiedersi: perché nelle sagre paesane, dove si trovano in vendita prodotti dal produttore al consumatore, i prezzi sono così “gonfiati”? E non giova nemmeno la commercializzazione di prodotti italiani super scontati che si trovano in giro per il mondo in luoghi, ristoranti spesso e volentieri, con proprietari italiani. Mi è capitato a Bratislava: c’erano barattolini di tartufo in offerta a metà prezzo, ma già scadenti alla sola vista. Ecco: uno straniero compra un prodotto
A questo proposito, lei propone un sistema informativo multimediale per la promozione del made in Italy
di pessima qualità e decide che il made in Italy è una fregatura!”.
“Per il momento è solo un progetto sulla carta. Ci sono però ulteriori idee che renderanno questo progetto una
autentica “bomba” per la promozione dei prodotti. Ma di questo non posso ancora parlare, per ovvi motivi. Le dico però che ci sarà a breve un incontro internazionale proprio per discuterne la realizzazione”.
Mi ha sempre incuriosito la fantasia di un sommelier quando parla di vino, quella stessa fantasia con la quale lei ha definito i maccheroncini di Campofilone come capelli dorati delle fate…
“Un sommelier deve avere una grande sensibilità e un naso, nel senso di uno strumento delicato e capace di catturare le più nascoste fragranze. Ma ritengo che non si impari niente, anzi, si debba avere una vocazione specifica. Certo c’è anche tutta una parte di teoria che si studia, ma se non hai sensibilità e naso non vai da nessuna parte. Mi piacerebbe trasmettere questa passione e diventare un docente AIS (Associazione Italiana Sommelier), ma ci sono delle cose che non capisco: è necessario prima un corso da degustatore per il quale si deve creare un gruppo di dieci, quindici persone che hanno lo stesso gusto. Credo sia una contraddizione. Ognuno di noi è diverso dall’altro per un background e per caratteristiche fisiche differenti. Anche noi facciamo parte della biodiversità di cui tanto si parla!”.
Lei è stata definita barman, barlady e anche bartender, ma qual è la definizione più giusta?
“Barlady, perché ho seguito un corso con Enzo Chionne, uno dei migliori barman di Ancona e provincia e un corso all’AIBES (Associazione Italiana Barmen E Sostenitori)…
Barlady e sommelier: è difficile per una donna ottenere credibilità in questo settore?
“No, anzi! In Italia è accolto abbastanza bene. E’ tutto un movimento che sta nascendo adesso, la donna che ama il vino, che lo conosce e lo apprezza. Finora non ci ha mai pensato nessuno che fosse possibile e con questi risultati. Mio padre in primis non avrebbe mai pensato che sarei diventata sommelier e il giorno che ho parlato con molta attenzione di un suo vino maderizzato è rimasto scioccato per quello che dicevo e ha capito che di vino ne capivo sul serio!”.

A barlady with the passion for the wine and made in Italy
“It’s correct to affirm that is not need to be Italian in order to appreciate each beautiful things that we
have in our country. It is the occasion Eva Kottrova, hungarian wine steward has always safeguarded the
made in Italy now is became her art and her mission. Also through wine and food teaching”. In which way you are the ambassador of typical Italian foods? “I love the features of many Italian products, but I’m not agree the abuse of the made in Italy brand. Many times foreign people don’t appreciate the typical food because they know already a surrogate product”. How we can struggle the counterfeiting in the world if in Italy we give freedom to every things without worry about the apples or tomatoes
that come from China? “I think that it’s impossible to erase the counterfeiting! But we must to defend the made in Italy, same time ago shopping was made directly from the producers at ‘Zero kilometres’.
Sometimes the Italian products are sold in the foreign feasts at high prices and the quality is bad, in this
way the tourist will never appreciate the Italian products”. About this theme you propose a
multimedia informative system abut the promotion of made in Italy.
What about it? Aree dell’Adriatico MARCHE “At the moment it’s only a project put on paper, I can only say that soon will be a meeting about it”. I have always been interested at the sommelier fantasy when talks about wine…the same fantasy with you have defined the maccheroncini di Campofilone like golden hats of the fairies… “A sommelier must have a great sensibility and a nose, it’s an important instrument to capture the most hidden fragrances, but I think that a sommelier must have a specific vocation for this work. In order to share my passion, I’d like to be a teacher of AIS (Italian sommelier association)”. You are called as barman, barlady and bartender, what is the right definition? “I think barlady”. Barlady and sommelier: it’s difficult for a woman to obtain reliability in this sector? “I think not.When my father listened my, the first time I talked about the maderisation of his wine he socked because of my words and understood my real vocation and passion”.

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