Concessioni demaniali, la Fab: da Gasparri promesse al vento

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Tomei: riprendere la discussione su basi serie, seguendo una strada certa e condivisa «Le promesse di fine gennaio del senatore Maurizio Gasparri ai balneatori abruzzesi di presentare emendamenti al decreto “Milleproroghe” per far slittare al 2030 le attuali concessioni demaniali marittime, si sono rivelate per quello che erano: chiacchiere da bar». Lo afferma il responsabile regionale della Fab-Cna, Cristiano Tomei, secondo il quale, adesso che «l’aula di Palazzo Madama ha approvato il testo del provvedimento omnibus senza modifiche sulle concessioni demaniali marittime, e in vista delle ulteriori restrizioni che l’intervento di ieri del Quirinale sembra imporre al testo del maxi provvedimento in discussione alla Camera, è tempo di ricondurre la discussione a serietà, buon gusto e senso della misura. Perché illudere una categoria già così seriamente provata e timorosa di veder svanire il frutto dei sacrifici di una vita, con passerelle pre-elettorali, è atto grave».
A detta di Tomei, nel governo si erano pure levate voci autorevoli, come quella del ministro Raffaele Fitto e dei consulenti giuridici dei cinque ministeri interessati, per riportare il problema alla sua essenza: chiudere la procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea, ripartire dalla proroga al 2015 delle attuali concessioni, aprire la strada a una norma transitoria che, pur nel rispetto delle regole della concorrenza, riconosca il valore degli investimenti effettuati dagli attuali concessionari e la loro professionalità. Creando un canale preferenziale a loro favore prevedendo un ulteriore slittamento dei termini.

«Anziché cercare assieme alle associazioni d’impresa una soluzione realmente percorribile e condivisa – conclude – a Pescara alcuni esponenti politici del centrodestra, sfruttando la compiacente disponibilità di alcuni titolari di stabilimenti balneari, tra un pranzo e un brindisi, a fine gennaio hanno scelto di fare passerella, ben sapendo che certe fantasiose proposte, come la proroga al 2030 delle concessioni, avrebbero trovato l’avversione del governo che sostengono. Ora la discussione riprenda, ma su basi serie».

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