Porto, aeroporto, interporto…

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Questo è il ritornello che da anni sentiamo echeggiare nella provincia anconetana come la panacea di tutte le problematiche viarie e logistiche. Ma al di là delle problematiche che ha vissuto l’aeroporto delle Marche e che sembrano oggi, in parte, superate, rimangono ancora attuali le difficoltà relative all’interporto e al porto.
In verità l’area logistica jesina, dopo le note vicissitudini che l’hanno fatta diventare il capro espiatorio di tutte le difficoltà del territorio, ma anche un conto salato per la comunità, ha iniziato a muovere i primi passi verso l’operatività. Una serie di migliorie che le hanno fatto recuperare velocemente le defaillance incontrate nei primi anni di vita, due esempi importantissimi su tutto: lo scorso anno l’inaugurazione dello scalo ferroviario e nel maggio 2011 quello dell’ufficio doganale. Ma, ferma restando l’importanza delle attività intraprese, vanno evidenziate
alcune criticità che, se non tenute nella dovuta considerazione, rischiano di vanificare il lavoro fino ad oggi svolto. Infatti la movimentazione e lo sdoganamento delle merci presso l’interporto comporterà sicuramente dei costi aggiuntivi nelle tariffe che gli operatori dovranno ricaricare sui propri clienti e questo potrebbe comportare una perdita di competitività e attrattività del porto di Ancona; la maggior parte della movimentazione merci nel porto è realizzata dalle cosiddette “rinfuse” che oggi restano fuori dalle agevolazioni doganali; altre merci devono essere sdoganate comunque presso il porto dove esistono uffici e presidi, anche sanitari, che controllano la merce in arrivo/partenza e probabilmente non è l’utilizzo dell’interporto che migliora la viabilità in entrata e uscita dal porto di Ancona… D’altra parte alcuni operatori sono fortemente interessati proprio al nuovo "corridoio doganale" tra porto e interporto vivendo questa novità con interesse e vedendola come ottimizzazione del loro business. Detto ciò, al di là della reciproca convenienza, per lo meno in alcuni ambiti, della relazione tra porto e interporto, forse sarebbe più importante che entrambe le strutture provino a sviluppare le reciproche potenzialità, il primo attraverso le necessarie migliorie e infrastrutture che da anni sono previste, alcune delle quali progettate ma mai avviate, il secondo attraverso l’attività di attrazione di traffici nazionali e internazionali. Dopotutto il lavoro di squadra funziona se tutti tendono allo stesso obiettivo con la stessa intensità, senza approfittare della forza o della debolezza di qualcuno.

Port, airport, freight village….
This is an old story that from many years to echo in Ancona province as the panacea of all the logistic and
road network problems. But the difficulties about freight village and port are still actual. The logistic area of Jesi has begun to move the first steps towards the efficiency. In fact there have been many improvements like: the opening of the railway station last year and on May 2011 that one of the customs office. But it’s important to mark some criticality. In fact the cargo movement and the clearance of the goods near the freight village will carry surely the additional costs that the workers will have to charge on own customers, losing the competitiveness of the port of Ancona; about the cargo movement, the most involves the “bulks” that still now haven’t the custom’s reduction. furthermore other goods must be clearance in the port where there are offices that check the goods. May be it’s not the use of the freight village that improves the entry and the exit of the road system from the port of Ancona. It’s needed to
develop the common responsibilities. The teamwork is right if there are the common aims without to take advantage of the strength or the weakness of someone.

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