La spesa delle famiglie varia di un terzo tra regioni. Manzato: i conti di italie diverse

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“Dalle notevoli differenze del costo della spesa alimentare, che arriva un terzo in più in una Regione rispetto all’altra, si evidenzia che l’Italia a tavola è profondamente divisa. Sono convinto non da oggi che sia vero e che lo sia non solo a tavola”.
Con queste parole l’assessore all’agricoltura e alla tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato commenta i dati dell’analisi di Coldiretti nazionale su dati Istat relativi al 2010, secondo la quale, rispetto ad una spesa alimentare media nazionale di 416 euro al mese per famiglia, la Campania si posiziona al vertice con 521 euro al mese e l’Alto Adige in coda con 384 euro al mese, con un Veneto appena al di sopra della media.
“Le medie statistiche alle volte danno segnali bizzarri – aggiunge Manzato – ma di sicuro i dati regionali evidenziano differenze molto marcate, tanto più se si tiene conto anche delle differenze di costo dei prodotti alimentari tra Regione e Regione, con una propensione ad una riduzione a mano a mano che si scende lungo la penisola. Per paradosso i numeri sembrano dire che esistono stili di vita e di alimentazione diversi, certamente una diversa struttura familiare, ma quanto al reddito delle famiglie stesse il discorso forse va sospeso, a meno che non si voglia affermare che in Alto Adige si guadagna di meno che in Campania o in Calabria, mentre la stessa indagine rileva come la spesa alimentare rappresenti nel Mezzogiorno un quarto della spesa totale (dal 24,4 per cento al 25 per cento)”.
“In ogni caso a me pare accertato ancora una volta che le differenze ci sono, sono evidenti anche in questo particolare settore che dovrebbe apparentemente essere unificante – conclude Manzato – e non si possono trattare in maniera eguale realtà territoriali differenti. Insomma: l’autodeterminazione e la responsabilizzazione non possono essere faccende che riguardano solo il ‘come si mangia’, ma anche il come si amministra e il come ci si governa. Sennò la pretesa di unificare diventa ancora una volta occasione per dividere”.

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