Agroalimentare: Kosic e Violino, piccole produzioni da salvare

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Oltre 700 animali testati prima di partire per l\’alpeggio, 59 allevamenti monitorati, 111 controlli ufficiali in malga e fino ad oggi 3 malghe registrate con il marchio regionale e altre 5 in attesa.
Sono i numeri che danno conto del lavoro che sta dietro al progetto regionale "PPL. Piccole Produzioni Locali" che ha l'obiettivo di evitare la scomparsa di piccoli allevamenti e delle attività che assicurano produzioni nostrane e perpetuano la tradizione locale.
Dopo essersi occupato lo scorso anno degli allevamenti di carne suina con meno di trenta capi, quest'anno il PPL ha continuato il suo percorso, dedicandosi ai prodotti lattiero-caseari, e ottenendo importanti risultati grazie soprattutto ad una stretta collaborazione avviata dalla direzione regionale Sanità con quella Risorse rurali, agroalimentari e forestali.
Ad illustrare oggi nel dettaglio il progetto sono stati gli assessori regionali, Claudio Violino e Vladimir Kosic, alla presenza di un "assaggiatore d'eccezione" per la Festa del formaggio e della ricotta di malga di Enemonzo: il presidente della Regione, Renzo Tondo, che dopo aver partecipato al convegno di presentazione sul PPL ha premiato i malghesi e casari più meritevoli nel corso della 37ma mostra mercato del paese carnico.
Sono 51 malghe attive in Alto Friuli a cui si aggiungono altre cinque nella montagna pordenonese. Vi lavorano ancora pochi e volenterosi malgari, "la cui età media – ha denunciato il sindaco, Paolo Iussa – è pericolosamente in aumento".
E' proprio per garantire la sopravvivenza di valori, sapori, mestieri e conoscenze e nello tempo rispettare le norme igieniche e sanitarie imposte dall'Unione Europea che la Regione ha investito risorse nel progetto PPL.
"Salvaguardare le piccole produzioni locali significa conciliare il pacchetto igienico imposto dall'Unione Europea ma consentire anche di impedire il depauperamento del pratimonio produttivo di queste comunità", ha spiegato Kosic, ricordando i valori cardine che guidano l'amministrazione regionale: "Non vogliamo l'omologazione né dei prodotti né delle genti e crediamo che nelle diversità vi sia la prospettiva per garantire i valori di un tempo e il rispetto della nostra identità che ci consente di essere più forti nel rispondere alle sfide della globalilizzazione".
Rinunciare ai prodotti locali, secondo Kosic, "è di certo una perdita economica ma è ancora di più un danno culturale e sociale, perchè è in questi luoghi, in queste piccole comunità e nel saper fare di queste persone che permane la possibilità di costruire relazioni in un mondo sempre più solo, sempre più privo di contatti umani".
Ecco dunque il senso del progetto PPL: investire nella qualità di vita, trovare soluzioni per superare il rischio delle omologazioni.
"In questo progetto – ha ricordato Kosic – ci sono le radici di Violino, un friulano e ci sono le mie, quelle di un istriano: entrambi conosciamo il valore della terra, l'importanza dello stare a tavola insieme in famiglia, del costruire e mantenere relazioni con le persone, la loro cura. E' un patrimonio di valori – ha aggiunto – che vogliamo fare conoscere soprattutto ai più giovani, nelle scuole".
Dal punto di vista produttivo, quello delle malghe è un mondo che fa da volano anche al turismo. "Alcune malghe hanno sviluppato notevoli proposte enogastronomiche – ha confermato Violino – tanto da diventare veri e propri punti di riferimento turistico della Valcanale e Canal del Ferro. Una tra tutte è la malga Montasio, gestita dall'Associazione allevatori, che in quest'ultima stagione ha registrato il tutto esaurito".
L'invito dell'assessore alle Risorse rurali è "a fare rete, per consentire una promozione efficace della nostra qualità dentro e fuori i confini regionali".

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