Abruzzo più vicino ai Balcani con il volo per Mostar

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Partito il primo volo che collega Pescara con la Bosnia Erzegovina. La scommessa è il turismo religioso con i pellegrini diretti a Medjugorje, la città delle apparizioni della Madonna, ma si punta anche a stringere rapporti commerciali. MOSTAR. Ci sono le majorette ad accogliere il primo volo che collega Pescara con la Bosnia Erzegovina. «Inizia una nuova era» titola il quotidiano Vecernji list, Corriere della sera locale. E i sorrisi, le strette di mano e gli abbracci che si scambiano le autorità di Mostar con quelle abruzzesi danno subito l'idea su quanto fosse atteso l'appuntamento e soprattutto su quante siano le aspettative su questo nuovo collegamento.

La Bosnia e l'Abruzzo sono da oggi più vicine e l'occasione è il turismo religioso. I pellegrini diretti a Medjugorje – la città delle apparizioni della Madonna, – non devono più affrontare lunghi viaggi in nave e pullman, o passare da Roma in aereo, ma possono decollare da Pescara, usufruire dei vantaggi di tempo e traffico che offre un aeroporto minore, e atterrare dopo un'ora nell'ancora più piccolo (per ora) aeroporto di Mostar, ad appena 20 chilometri dall'abbazia e dai luoghi di preghiera. Calcolando che in un anno il numero dei pellegrini si avvicina a circa due milioni e che la maggior parte di essi arriva dall'Italia, si intuisce in quale settore l'Abruzzo è riuscito a incunearsi grazie a un accordo, una sorta di joint-venture, con Mostar battendo la concorrenza di piazza come Ancona e Bari. Ma non solo.

La Bosnia trova nell'Abruzzo un vicino alleato commerciale e l'Abruzzo ha il modo di aprire quella porta tanto invocata che gli consente di entrare nel mercato imprenditoriale dei Balcani, un mercato fatto di appalti per la ricostruzione (i segni della guerra sono ancora tangibili), strade, forniture, ind
ustrie e servizi. Una valvola di sfogo all'attuale crisi delle nostre imprese, «il futuro prossimo», come lo definisce l'assessore regionale allo Sviluppo Alfredo Castiglione, fautore dell'iniziativa insieme al sindaco Ljubo Beslic, e che proietta i risultati del gemellaggio fra qualche anno: a quando la Bosnia Erzegovina entrerà probabilmente a far parte dell'Unione Europea – con le agevolazioni e il supporto economico finanziario riservati agli Stati dell'Obiettivo Uno – e a quando nel 2021 a Mostar si svolgeranno i Giochi del Mediterraneo per i quali è candidata.

Si comincia con il turismo religioso, e le prime risposte sono confortanti al punto che non è sbagliato già parlare di scommessa vinta. I posti nei primi due voli sono stati venduti nel giro di poche ore e sono pochi, pochissimi, quelli rimasti nei collegamenti bisettimanali previsti fino a ottobre.

I pellegrini provengono dalla Campania, da Molise, Marche e Puglia. Vogliono andare a Medjugorje e non importa se ci sono già stati. C'è una mamma di Napoli con due bambini piccoli, che racconta che per lei è la dodicesima volta: «Il viaggio aereo di un'ora è un sogno». Un'altra, della provincia di Foggia, spiega che per lei Medjugorje è un appuntamento fisso di fine estate: «Le prime volte partivo da sola, poi, poco alla volta la compagnia è cresciuta e oggi mi muovo sempre in gruppo».

Fa caldo a Mostar, e qui ci tengono a fare bella figura. È tutto organizzato. Le majorette distribuiscono fiori, i pullman della Cerrano tour e di Itinera (l'associazione culturale specializzata in voli religiosi) accolgono in ordine i pellegrini appena fuori dal terminal e partono alla volta del santuario. I pacchetti turistici prevedono quattro o sette giorni di visite (Sarajevo è a 200 chilometri) e preghiere. Nel frattempo le due delegazioni abruzzese e bosniaca lavorano per allungare i collegamenti fino alla fine dell'anno. Con l'obiettivo di farli diventare voli di linea da marzo 2012.

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