Porti turistici, si salva solo Otranto

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Mentre Otranto naviga a vele spiegate verso la costruzione del suo grande porto turistico esterno, nel resto del Salento gli approdi restano ancora al palo.
Il presidente di Assonautica Lecce, Carlo Taurino, è impietoso: «Non si muove nulla. Ma la cosa grave è che rischiamo di perdere i finanziamenti comunitari perché ricordo che il 2013 siavvicina». Nella Città dei Martiri, invece, non solo la rotta verso lo sviluppo della portualità è già segnata, ma il passaggio dalla progettazione all’apertura dei cantieri è imminente. Entro i prossimi 45 giorni il Comune conta di affidare l’appalto per la costruzione del porto turistico interno: 160 posti barca finanziati con i fondi di Area Vasta per un totale di 3.800.000 euro. Ma nell’arco del 2012 si prevede la posa della prima pietra per l’imponente «Marina», ossia il porto esterno da 500 posti barca per la costruzione del quale la società proponente, «Condotte d’acqua spa», investirà circa 60 milioni di euro ricevendo in cambio la gestione cinquantennale dell’intera struttura che sarà dotata, tra l’altro, di appartamenti ad uso e consumo dei diportisti, immobili da destinare a uffici e a sede di agenzie. Il 20 per cento degli attracchi verrà riservato alle imbarcazioni in «transito».

Martedì scorso si è tenuta la conferenza dei servizi per la procedura di Valutazione d’impatto ambientale (Via), mentre per oggi è stata fissata una seconda conferenza che ha come obiettivo l’ottenimento delle concessioni demaniali. Insomma, ad Otranto si procede spediti. Ma la stessa cosa, secondo Assonautica, non si può dire per gli altri porti turistici previsti lungo la costa salentina. «Notiamo un’inerzia assoluta che rischia di bloccare lo sviluppo in un settore strategico come la nautica – obietta Carlo Taurino -. In provincia di Lecce abbiamo circa 2mila posti barca ma ne servirebbero altrettanti per soddisfare la domanda». La mappatura regionale, per quanto riguarda il Salento, contempla tre porti «Pivot» (opere di grandi dimensioni, ben attrezzate, con il massimo delle funzioni e delle eccellenze) a Gallipoli, Otranto e Santa Maria di Leuca e approdi (porti meno imponenti) a Casalabate, San Cataldo, Castro, Tricase Porto, Salve, Ugento, Santa Caterina e Porto Cesareo. La programmazione è stata rimodulata lo scorso anno dalla giunta regionale che ha previsto interventi più massicci a Leuca. Il piatto è ricco: 18.184.710 euro di risorse totali previste dall’Accordo di programma quadro «Realizzazione di interventi a sostegno dello sviluppo locale». In particolare 6,5milioni sono stati destinati a Lecce per il porto di San Cataldo, 3 milioni a Melendugno per l’approdo di San Foca, 465.277,80mila euro a Castro, 8.219.432,20 euro a Castrignano del Capo per Leuca.

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