MARE: RISORSA DA TUTELARE

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Sessanta anni fa, un gruppo di sodalizi di ispirazione repubblicana, liberale e socialdemocratica, si distaccava dalla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, per dar vita, così come era precedentemente avvenuto per i coo-peratori cattolici, ad una nuova Centrale cooperativa: l’AGCI, Associazione Generale delle Cooperative Italiane, che oggi rappresenta una delle tre associazioni nazionali maggiori per diffusione e per numero di iscritti L’AGCI ha la propria sede centrale a Roma e una organizzazione articolata,
sull’intero territorio nazionale, in rappresentanze regionali/provinciali/inter-provinciali ed in Associazioni settoriali di categoria, di cui fanno parte, rispet-tivamente, tutti gli enti che operano in una stessa area geografica e che esercitano la medesima attività economica o attività connesse ed affini.
Una di queste articolazioni è AGCI AGRITAL, l’Associazione del settore agro-ittico-alimentare che associa, rappresenta e tute-la gli enti cooperativi distribuiti sull’intero territorio nazionale operanti nell’agricoltura, nella silvicoltura, nella zootecnia, nella pesca, nell’acquacoltura, nei servizi, studi e ricerche e nelle attività a queste direttamente o indirettamente connesse, compresa la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti. L’AGCI AGRITAL svolge il suo ruolo di promozione, tutela e rappresentanza ai vari livelli istituzionali, periferici e centrali; in seno alle Commissioni ministeriali, regionali e provinciali ed è presente a Bruxelles attraverso l’adesione al COGECA, Comitato Generale delle Cooperazione Agricola Europea, partecipa agli organi associativi, ai Comitati Consultivi e ai gruppi di lavoro istituiti sia per l’Agricoltura che per la Pesca, organismi preposti al dialogo istituzionale tra le Associazioni professionali degli Stati membri dell’Unione Europea e la Commissione.

Anche AGRITAL ha riferimenti territoriali e, nelle Marche, ilresponsabile del dipartimento pesca è Elio Brutti con il
quale cerchiamo di capire come è cambiata la pesca
negli ultimi anni.
Qual è la situazione del settore ittico marchigiano?
“È uno dei settori trainanti dell’economia della nostra regione – conferma Brutti – ma da tempo sta vivendo una
situazione di difficoltà che oggi, grazie alla consapevolez-za degli operatori, sta riscoprendo una nuova esistenza.
Infatti, dopo i periodi in cui lo “sforzo di pesca” è stato molto elevato in termini di quantità e di investimenti, con
motori e attrezzature sempre più performanti, oggi gli operatori sono consapevoli che, il mare non è solo un
luogo da sfruttare per massimizzare la pesca, ma una risorsa preziosa da curare, proteggere e valorizzare con
un’attività ittica responsabile. Tale consapevolezza è sup-portata anche dalle attuali difficoltà economiche in par-ticolare legate al costo del carburante. Oggi, per esempio, è meglio prolungare il fermo pesca minimizzando i
costi, che consumare gasolio per pescare poca quantità che poi non viene assorbita dal mercato in quanto venduta ad un prezzo troppo elevato. Nella nostra regione, inoltre, il settore riesce a coprire tutti gli ambiti della filiera,
dalla grande alla piccola pesca, dalla produzione alla lavorazione fino alla commercializzazione al dettaglio, al
consumatore finale e alla ristorazione”.
La prossima edizione della Fiera Internazionale dellaPesca di Ancona sarà l'occasione per mettere sotto i riflettori
del grande pubblico il settore?
“Assolutamente si! La Fiera della Pesca è da sempre un momen-to importante per la promozione di tutto il comparto ma soprat-tutto un momento di riflessione e confronto tra operatori, asso-ciazioni istituzioni e consumatori. Non si deve dimenticare che siamo alla 72a edizione e credo che sia la seconda manifesta-zione di settore più longeva in Europa. Quest’anno poi sarà una manifestazione particolarmente ricca di incontri/convegni con specifico riferimento alla discussione sul pesce azzurro che da tempo ormai è diventato protagonista nelle tavole degli italiani che hanno imparato a gustarne i sapori ma soprattutto ad apprezzarne le importanti qualità nutrizionali”.
Come valuta il sostegno che deriva dalle istituzioni in particola-re dalla Regione Marche?
“Sia a livello politico che a livello dirigenziale la nostra Regione ha sempre dimostrato vicinanza alle esigenze e problematiche del settore sia a sostegno degli operatori che dei consumatori.
Ne sono dimostrazioni concrete le campagne relative al consumo consapevole collegate al marchio di qualità QM, all’interno del quale troviamo “Scirocco 36” ovvero un marchio che garantisce la produzione e commercializzazione dei prodotti ittici freschi che arrivano nei tavoli dei ristoratori a non più di 36
ore dalla pesca. Inoltre è stata da poco presentata una nuova campagna di comunicazione che tende ad esaltare il pesce cosiddetto “massivo” e “povero”, ma particolarmente ricco a livello nutrizionale. Fanno parte di tale categoria aringhe, sardi-ne, acciughe e sgombri”. Insomma nonostante le attuali difficoltà economiche, comuni a
tutti i settori produttivi, sembra che quello ittico guardi al domani con rinnovato ottimismo e una nuova consapevolezza: il mare è una risorsa che deve essere utilizzata mettendo a frutto le peculiarità e cercando di salvaguardarne il delicato ecosi-stema, allora la Blu economy potrà essere veramente considerata l’arma vincente per affrontare con maggiore serenità le sfide che ci attenderanno in futuro.

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