Trasportounito ha ufficialmente presentato al Tar Lazio un ricorso contro il provvedimento in applicazione della legge delega del governo che stabilisce il passaggio delle funzioni relative all’iscrizione, verifica dei requisiti e procedure amministrative per le imprese di autotrasporto dalle amministrazioni provinciali alla Motorizzazione. Ritorno al passato? "No – sottolinea Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – tutt’altro: denunciamo un provvedimento raffazzonato, incompleto e per certi aspetti arbitrario che nei fatti ha bloccato l’operatività di centinaia di imprese di autotrasporto, schiacciate da un Albo di categoria che ormai da anni non funziona e paradossalmente, nonostante i milioni di euro a disposizione, non dispone dei mezzi e delle competenze necessarie quanto meno per somigliare a un Albo di imprese, in primis l'elenco delle imprese associate. Oggi con la nuova disposizione che istituisce i comitati interprovinciali e con competenze a incastro con le amministrazioni provinciali (consegna delle pratiche, esami ecc..) le imprese e gli imprenditori si domandano, giustamente, se abbia più un senso mantenere l'azienda in Italia".
E ciò – secondo Trasportounito – porta a una considerazione finale, quella relativa alla totale e costosissima inutilità dell’Albo dell’autotrasporto tenuto forzatamente in vita con soldi dello Stato e principalmente delle imprese obbligate a pagare un vero e proprio pizzo nonostante esista e funzioni, in tutta Europa, il Registro Elettronico Nazionale. L’Albo italiano, per un secondo clamoroso paradosso, è gestito principalmente dai vertici delle associazioni di categoria, proprio quelle cioè che dovrebbero aiutare le imprese a diminuire il costoso impatto burocratico e rendere funzionale un sistema a garanzia delle imprese che rappresentano.