Robot sottomarini per monitorare il MOSE

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In un futuro non lontano il MOSE potrebbe avere degli angeli custodi del tutto particolari: si tratta di una decina di robot sottomarini dalla forma di siluro, lunghi all’incirca un metro ciascuno, in grado di monitorare le paratie da sottacqua in autonomia, trasmettendo poi in superficie in tempo reale informazioni relative allo stato di conservazione, alle condizioni dei fondali, alla presenza di corpi estranei. Le opportunità di questo sistema di monitoraggio e sorveglianza, progettato da ENEA e attualmente al vaglio del Ministero delle Infrastrutture, sono state illustrate nel corso convegno “Le Tecnologie di comunicazione a tutela delle acque marine ed interne: ricerca ed attualità” che si è tenuto questa mattina presso Expo Venice Aquae, il padiglione di Venezia dedicato all’acqua collaterale di Expo 2015.
Promosso dal MISE Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione Generale per i Servizi di Comunicazione Elettronica, Radiodiffusione e Postale – Divisione II con il supporto organizzativo della Direzione Generale per le Attività Territoriali e le Fondazione Ugo Bordoni e la collaborazione dell’azienda di telecomunicazioni Linkem il convegno è stato un’occasione per presentare i nuovi ritrovati in ambito di telecomunicazioni marittime ad un pubblico composto in gran parte da rappresentanti del mondo accademico e operatori di settore, in primis gli avvisatori marittimi, nonché rappresentanti delle Istituzioni locali.
Il punto di partenza del dibattito è stato fornito dall’attuale fotografia dei mari, ormai sempre più immense “autostrade digitali” sulle quali operano sensori sofisticati, si muovono robot intelligenti, ma anche “veicoli” guidati dall’uomo che necessitano di essere coordinati non solo per ragioni di sicurezza e per la salvaguardia dell’ambiente marino ma anche per una gestione e fruizione consapevole dello stesso.
Gli “sciami robotici” che un giorno potrebbero sorvegliare il MOSE – ma che avranno sicuro impiego nella ricerca delle persone in mare, nel monitoraggio di beni culturali sott’acqua, nell’itticoltura in mare aperto – sono solo una delle nuove tecnologie che in un futuro sempre più vicino vedranno porti e imbarcazioni al centro di sistemi integrati di informazioni registrate e trasmesse tramite sensori, sistemi radio e radar. In questo contesto si inserisce anche sistema Radio AIS Automatic Identification System dell’azienda Elman, fino a pochi anni fa utilizzato dalla Guardia Costiera esclusivamente con finalità di sicurezza, e che solo recentemente ha trovato applicazione nella logistica, per esempio per lo sdoganamento anticipato di merci.
L’incontro è stato occasione anche per la SNAM, l’associazione nazionale che raggruppa gli avvistatori marittimi di 18 porti, tra cui quello di Venezia, di presentare il progetto ACY (Assistant and Care for Yachting) che permetterà di fornire informazioni in tempo reale a grandi navi e diportisti. “E’ un sistema integrato di raccolta e trasmissione dati che fornirà tutte le informazioni necessario in fatto di servizi a terra, prenotazione posti barca, servizi di rimessaggio,” afferma la Presidente di SNAM Maria De Luca, che tiene e a precisare “il sistema fornisce assistenza, non soccorso. Non si sostituisce a Capitaneria di Porto, porti turistici, cantieri, e agli altri soggetti già operanti, bensì opera in modo sinergico”.
GLI INTERVENTI

Il convegno, moderato da Donatella Proto della Direzione Generale del MISE per i servizi di comunicazione elettronica, radiodiffusione e postali, ha visto gli interventi di Davide Rota, Amministratore delegato di Linkem spa che ha trattato Le reti di comunicazione wireless e gli utilizzi in ambito marino: verso l’Internet of Underwater Things; le reti di comunicazione sottomarine e l’impiego degli sciami robotici sono stati il focus degli interventi di Silvello Betti, dell’Università di Roma Tor Vergata, e Vincenzo Nanni, Dirigente di Ricerca dell’ENEA. Giordano Giorgi, Ricercatore dell’ISPRA, Giulio Ceriola, Project manager della Planetek Italia srl, Antonino Miccio, Direttore dell’AMP Punta Campanella e Rappresentante della Direzione Marittima di Napoli della Guardia Costiera, Giacomo Mangani, Managing Director della Blue Thread srl, e Daniele Trinchero, del Politecnico di Torino, sono stati i relatori della sessione “Le tecnologie di comunicazione per il monitoraggio delle acque e delle coste e per la salvaguardia e la valorizzazione delle aree marine protette: il progetto ICWM for Med e il progetto Blue Discovery”. Il caso specifico del Consorzio Castalia nell’utilizzo delle tecnologie di comunicazione per la vigilanza antinquinamento da idrocarburi è stato illustrato dal Controammiraglio (CP) aus. Luciano Pozzolano, Consorzio Castalia. “L’evoluzione di sistemi informatici a supporto della navigazione: il progetto RIS e i sistemi AIS” è il titolo della sessione tenuta da Luca Crose, Responsabile settore navigazione dell’AIPO; Francesco Borgese, Project manager della Elman srl, e Stefania Catanzaro, Project manager del Consorzio Avvisatori Marittimi. A chiudere i lavori è stato l’intervento dell’Ammiraglio Tiberio Piattelli della Capitaneria di Porto di Venezia.

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