No agli stemmi papali in piazza Garibaldi

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L’opposizione manifestata nei mesi scorsi da più parti contro gli stemmi papali sulla pavimentazione di piazza del duomo sembrava avesse indotto il sindaco e la giunta ad una fase di riflessione, che preludesse ad un ripensamento. Perciò del tutto imprevista è arrivata prima di Natale la decisione di dar corso al progetto, passata allora nella disattenzione generale per il periodo natalizio e recepita con un certo ritardo. Contro questa decisione un nutrito gruppo di cittadini (primi firmatari Virginio Villani, Marco Severini, Enrico Pergolesi, Mauro Pierfederici) ha deciso di manifestare le sue ragioni, presentando una petizione scritta al sindaco, ripresa on line da un altro comitato su change.org, per dare voce alla protesta dei tanti che non hanno altra la possibilità di esprimere apertamente la loro opinione.
L’appello parte dal presupposto che una piazza è un luogo pubblico per eccellenza e che quindi deve essere rappresentativo dei valori che ispirano la comunità civile, valori di democrazia, libertà e laicità. Perciò qualsiasi intervento ornamentale non può essere dettato solo da ragioni estetiche, ma deve essere improntato a questi valori o per lo meno non deve contraddire la loro memoria storica, soprattutto nel caso di immagini a forte connotazione simbolica e celebrativa come gli stemmi, che sono inevitabilmente portatori di un messaggio storico e ideologico.
Di conseguenza gli stemmi dello stato papale in piazza Garibaldi non possono essere interpretati solo come un innocuo omaggio a singole figure storiche, ma rimandano inevitabilmente a quel potere temporale della Chiesa di cui gli stemmi stessi sono il simbolo. Non possono essere fatti passare come una semplice memoria degli interventi urbanistici di papa Mastai cittadino senigalliese senza alludere anche a Pio IX come sovrano e alla monarchia papale di cui è stato rappresentante; quella monarchia contro la quale attraverso il Risorgimento si è costituito il presente Stato italiano, fondato sui valori di democrazia e laicità, radicalmente avversi agli stati autocratici e confessionali di Antico Regime di cui lo Stato Papale è stato un assertore radicale.
Quindi, sulla base di questi presupposti i sottoscrittori della petizione ribadiscono la loro avversità all’inserimento nella pavimentazione di piazza Garibaldi di stemmi che ricordino le figure di Pio IX e del cardinal Lambertini con i simboli dello stato papale e propongono in alternativa disegni e raffigurazioni ispirati ai valori civili e alle memorie storiche della comunità, quali potrebbero essere ad esempio immagini della città cinque/settecentesca (Portici Ercolani, Porta Lambertina, Palazzo Comunale, Cattedrale ecc.), o per lo meno motivi non avversi ai principi ispiratori della nostra storia democratica e repubblicana. Sarebbe stata poi un’idea ancora più brillante quella di un concorso di idee, magari aperto simbolicamente anche alle scuole.

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