Un video di Anna Mencaroni per la mostra “Un passo verso la rinascita”

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Un omaggio video della regista Anna Mencaroni per la mostra di Manal Barakat, Zina Hassan, Klood Khedada, Samia Jendo, Bushra Qasim, Khawla Shamo al Museo Nori de\’ Nobili, che sarà inaugurata dalla senatrice Teresa Armato, consigliere del Ministro della difesa. "Quella delle ragazze Yazide del campo profughi di Khanke, che sono diventate bravissime fotografe " appare a tutti noi docenti del corso di fotogionalismo del Musinf una storia davvero bella e drammatica, tanto che la vogliamo raccontare in un video,la cui realizzazione inizierò sabato alle 18, in occasione dell'inaugurazione della mostra al Museo Nori de' Nobil della mostra delle fotografie di Manal Barakat, Zina Hassan, Klood Khedada, Samia Jendo, Bushra Qasim, Khawla Shamo". Per l'occasione Anna Mencaroni, su proposta del prof. Bugatti, direttore del Museo Nori de' Nobili, di Giorgio Pegoli, coordinatore del corso di fotogiornalismo,e di Simona Zava, che allestirà il percorso espositivo, registrerà le interviste alla sen. Teresa Armato, consigliere del Ministro della Difesa e della sen. Silvana Amati, componente della Commissione Diritti umani del Senato, che sono state promotrici dell'esposizione a Trecastelli. . Anna Mencaroni registrerà anche interviste al sindaco Conigli e all'assessore alla cultura, Valentina Marinelli, nonché a noti fotografi e artisti che saranno presenti sabato alla inaugurazione della mostra a Trecastelli. Nell'agosto 2014 oltre 400mila componenti della comunità yazida hanno dovuto abbandonare le loro case mentre Daesh conquistava, devastandole, ampie estensioni di territorio iracheno. Molti di loro sono stati fatti prigionieri e giustiziati, migliaia di donne e bambini sono stati ridotti in schiavitù. Chi è riuscito a fuggire si è rifugiato sulle montagne di Sinjar, per poi raggiungere i campi profughi della regione del Kurdistan iracheno. Il campo profughi di Khanke – il luogo dove sono ospitate le ragazze che sono anche le autrici delle fotografie e da cui provengono gli stessi scatti – ospita quasi 3mila famiglie, fuggite dalla provincia irachena di Ninive. Nonostante il trauma e gli orrori a cui ha assistito, la comunità yazida ha dimostrato una grande capacità di reagire, di cui la mostra che ora è esposta al Museo Nori de' Nobili fotografica è un emozionante esempio. E' nel campo profughi di Khanke che sei ragazze hanno partecipato, assieme ad altre compagne, a un corso di fotografia organizzato dall'UNICEF e da RDO, un'associazione no-profit locale, grazie ai finanziamenti del Ministero della Difesa italiano. Un modo per imparare a raccontare se stesse e la propria comunità, per cercare di elaborare i traumi, per imparare una professione. Non è stato semplice perché nella società yazida non esiste una cultura dell'immagine e la stragrande maggioranza delle donne non si occupa di attività economiche. Ma loro ce l'hanno fatta, e alcune oggi sono diventate fotogiornaliste e istruttrici di professione.

I loro scatti sono un mezzo prezioso per scoprire la vita di una comunità ferita, ma che ha trovato dentro di sé la forza di ricominciare a vivere. Una selezione di foto delle sei ragazze è stata esposta anche al museo MAXXI di Roma.

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